"Ho iniziato lo sciopero della fame perché non posso assistere passivamente alla violenza che stanno facendo al mio territorio da oltre 20 anni e che prosegue nonostante il dramma del terremoto del 2016". A parlare da San Benedetto del Tronto, dove è ospite di un hotel insieme a molti altri terremotati, è Enzo Rendina, l'arquatano che per ultimo ha lasciato il paese ed è attualmente sotto processo per resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio, accuse che lo hanno tenuto in carcere due giorni lo scorso inverno.
Ieri è stato ad Arquata e ha preso la decisione di digiunare cibandosi solo di un po' di miele e un po' di frutta.
"Ma se non mi daranno ascolto sono pronto ad alimentarmi solo con acqua", annuncia. Nel mirino di Enzo Rendina i lavori lungo la Salaria nel territorio di Trisungo (Arquata del Tronto).
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