Lube industries, leader italiana
nella produzione di cucine, investirà 44 milioni di euro, con un
incentivo di circa 9,5 milioni di euro nell'ambito di fondi Pnrr
per Next Appennino finalizzati alla rigenerazione economica del
cratere sismico, per realizzare una nuova unità produttiva a
Treia (Macerata) per la produzione di mobili da cucina, living e
armadi per il mercato estero.
Il progetto Lube for Future è stato presentato in Regione
insieme al progetto parallelo che invece realizzerà Ariston
Group sempre agevolata da incentivi di Next Appennino. I
dettagli dell'operazione sono stati illustrati in Regione, alla
presenza tra gli altri del ministro delle Imprese e del Made in
Italy Adolfo Urso, dal Ceo Lube Fabio Giulianelli, da Marcello
Giulianelli e Alessio Sileoni, rispettivamente direttore
operativo, e responsabile ricerca e sviluppo di Lube.
"La produzione dedicata all'estero è un elemento chiave per
lo sviluppo dell'azienda. - ha spiegato Marcello Giulianelli -
Gli obiettivi sul territorio sono un aumento di fatturato a
doppia cifra per il gruppo diretto e per l'indotto composto da
piccole e medie aziende". L'iniziativa mira anche ad alzare la
produttività di queste imprese, e ad aumentare qualità ed
efficienza del prodotto". Lube stima di assumere "60 unità di
personale molto specializzato per utilizzare macchinari di
ultimissima generazione. Puntiamo a una maggiore competitività
per l'internazionalizzazione: competiamo con aziende tedesche
che fanno dell'efficienza produttiva un vanto ma pensiamo che
l'investimento non è secondo a nessuno, per un prodotto
competitivo e accattivante". Dei 44 milioni di euro investiti,
27 milioni di euro riguardano per macchinari unici nel loro
genere.
L'azienda intende in sostanza dare vita a una produzione per
l'estero, separata da quella continua per il mercato nazionale,
personalizzata per l'esportazione in merito a "dimensioni,
forme, servizi". Ci saranno "cataloghi dedicati e completi, una
semplificazione della progettazione. Un investimento, ha
concluso Giulianelli, che mira ad aumentare la quota di
esportazione dell'azienda, attualmente al 10% della produzione,
ma che porterà benefici al territorio e a tutto l'indotto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA