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Consiglio grande, Bello: 'esclusioni? Applicato lo statuto'

Consiglio grande, Bello: 'esclusioni? Applicato lo statuto'

Presidente consiglio comunale Senigallia replica a polemiche

SENIGALLIA, 10 febbraio 2025, 20:07

Redazione ANSA

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Il numero degli esclusi dal Consiglio grande che si è tenuto lo scorso 5 febbraio a Senigallia (Ancona) per parlare di ponte Garibaldi ha innescato una serie di polemiche in città. Molte delle quali sollevate proprio da chi non ha potuto esprimere la propria opinione in un'aula consiliare gremita e alla presenza dei vertici politici cittadini e regionali. Tra gli esclusi anche la segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi, il vicepresidente dell'assemblea legislativa regionale Maurizio Mangialardi (Pd), il consigliere regionale Marco Ausili (FdI), così come alcune associazioni locali legate a movimenti politici e persino la scuola di pace 'Buccelletti' di Senigallia.
    Polemiche rivolte al presidente del CVonsiglio comunale Massimo Bello che ha parlato di "dichiarazioni pleonastiche e strumentali di certi esponenti del Pd e di alcuni partiti della sinistra radicale". Soggetti e realtà a cui ha replicato: "Non conoscono affatto la storia dello Statuto di Senigallia, la Presidenza ha interpretato e applicato correttamente l'art. 23 dello Statuto che non lascia spazio a interpretazioni personali.
    Sono stati ammessi all'intervento soltanto quanti tassativamente previsti dallo Statuto".
    Su 36 richieste di intervento, solo 20 sono state ammesse. Un numero giudicato troppo basso, tanto da far parlare di "bavaglio" alla democrazia cittadina. Nel dibattito anche la data dell'incontro e la tempistica degli interventi sono finite nel calderone delle critiche. Bello ha spiegato che il minutaggio degli interventi di ciascun ente portatore di interesse ammesso a parlare è stato deciso in conferenza dei capigruppo. In seguito alle proteste di alcuni cittadini, Bello ha ribadito che "nel Consiglio Grande è stata data voce alle sole formazioni associative, a quelle di categoria e sindacali o a quelle portatrici di interessi", come da regolamento, mentre "i partiti o i movimenti politici hanno altre sedi per potersi confrontare ed esprimersi liberamente".
   

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