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Ad Ancona nasce il 'Team palliazione', progetto unico in Italia

Ad Ancona nasce il 'Team palliazione', progetto unico in Italia

Per riempire il vuoto tra cure ospedaliere e hospice

ANCONA, 11 febbraio 2025, 18:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dall'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche parte il progetto del 'Team Palliazione', unico in Italia, per riempire il vuoto tra cure ospedaliere e hospice, per tutte le strutture che al loro interno non dispongono di un hospice, ossia centri di ricovero e assistenza per malati terminali, pazienti non più arruolabili a cure specifiche.
    Attraverso un periodo di formazione e condivisione, il dottor Umberto Maria Ripani, che dirige la struttura di Medicina del Dolore, ha promosso un progetto multidisciplinare per la gestione ospedaliera dei pazienti bisognosi di cure palliative per risponedere ai sempre più numerosi casi da trattare. "I benefici derivanti dalla nascita di questo Team saranno per gli stessi sanitari, medici e infermieri. Questi - ha spiegato il responsabile della Medicina del Dolore - potranno seguire e trattare i casi clinici fino a ieri non affrontabili se non dagli esperti della palliazione, attendendo nel luogo di ricovero di essere trasferiti in hospice o altro contesto trattamentale. L'obiettivo è quello di garantire una migliore qualità della vita per le persone affette da patologie dichiarate incurabili, i cosiddetti Off Therapy, e di conseguenza alle loro famiglie".


    Il centro di Medicina del Dolore dell'Aou delle Marche, tratta internamente ogni anno circa 1.000 pazienti, il 70% dei quali affetti da patologie oncologiche e il resto seguiti da altre specialità, con una permanenza media in reparto di circa 3 mesi con importanti ricadute sul paziente e sull'organizzazione dei reparti di cura. Ogni anno sono oltre 400 i nuovi casi che afferiscono alla struttura operativa coordinata dal dottor Ripani. Fondamentale l'approccio multidisciplinare: "Si tratta di un aspetto centrale - ha condiviso il Magnifico Rettore dell'UnivPm, Gian Luca Gregori - e conferma la bontà dei rapporti e dell'integrazione tra parte ospedaliera e universitaria. Importante anche la scuola di specializzazione in palliazione; io sono in scadenza di mandato, ma in questi anni le specializzazioni le ho portate da 33 a 41, aumentando gli iscritti da 600 a più di 900. E poi l'insostituibile presenza del privato e delle donazioni per ricevere strumenti molto utili, come in questo caso". Un progetto, quello della nascita del Team di Palliazione, "che noi abbiamo subito sposato e che consente un innalzamento del livello delle cure", ha sottolineato Direttore generale dell'AOU delle Marche, Armando Marco Gozzini. Per la dottoressa Erika Adrario "Palliazione non vuol dire soltanto analgesia, significa tante cose; ad esempio combattere contro la sofferenza, dare un contributo alla sofferenza dei malati, ma anche alle loro famiglie che diventano caregiver, gestire il lutto. Il segreto è comunicare".


    "Un progetto importante e ancor più importante il tempo dedicato oggi al confronto alla ricerca di una concreta attuazione di quella che è la definizione dell'Oms di cure palliative e l'attiva presa in carico globale del corpo della mente dello spirito  in particolare nell'ambito pediatrico dei bambini e delle loro famiglie", ha sottolineato Simone Pizzi, responsabile del centro di riferimento per la terapia del dolore e le cure palliative pediatriche del presidio " G. Salesi". Secondo il quale "è necessario lavorare e convincere a livello sociale della bontà del progetto per la strutturazione dei nuovi servizi di cure palliative".

    Nel corso della presentazione è stata resa nota la donazione di 5 tablet fondamentali per l'applicazione del progetto del 'Team Palliazione' da parte dell'avvocato Salvatore Giordano, benefattore e paziente del reparto gestito dal dottor Ripani.
    "Ero tormentato dai dolori e grazie alle cure ricevute dall'equipe del dottor Ripani gli attacchi sono molto meno violenti e i tempi tra una crisi e l'altra sono aumentati. Da paziente a largitore il passo è stato breve e doveroso e quando, aiutato da mia moglie, ho visto che la somma da mettere a disposizione era affrontabile non ci ho pensato due volte. In un momento di crisi per il nostro Paese è fondamentale sostenere la sanità pubblica".
   

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