Una delegazione di
Confindustria Ascoli Piceno, guidata dal presidente Simone
Ferraioli, è stata ricevuta a Montecitorio dal presidente della
Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, per
discutere delle problematiche legate alla tutela delle olive
all'ascolana.
Ferraioli, accompagnato dal presidente della sezione
agroalimentare Matteo Meletti, dai rappresentanti della Società
Italiana Alimenti spa e da alcuni produttori industriali, ha
consegnato un dossier che ricostruisce la vicenda e le istanze
degli operatori del comparto. Il documento sottolinea come
l'Oliva all'Ascolana, già ampiamente diffusa e apprezzata prima
dell'istituzione della Dop (Denominazione di origine protetta),
meriti un riconoscimento Igp (Indicazione geografica tipica) per
garantire una tutela più concreta contro produzioni di bassa
qualità provenienti da fuori territorio.
Secondo i produttori, "il comitato promotore della Dop, negli
anni '90, incluse nei dati di riconoscimento quantitativi di
produzione che appartenevano all'industria e all'artigianato
locali, oggi paradossalmente penalizzati dal Consorzio stesso.
La filiera industriale, che ha investito per raggiungere mercati
internazionali, si trova ora in difficoltà a causa di una tutela
definita svuotata di significato e professionalità".
Ferraioli ha denunciato l'inesistenza di una vera protezione
della Dop, evidenziando che, non esistendo materia prima
sufficiente, il mercato di fatto non può svilupparsi. Inoltre,
ha ricordato che il Consorzio è già stato sciolto una volta e
che il numero di consorziati e di produzione riconosciuta è in
costante diminuzione, tanto che i fondatori stessi non ne fanno
più parte.
"L'onorevole Carloni - scrive Confindustria Ascoli Piceno -
ha riconosciuto la rilevanza del problema e si è detto
disponibile a sostenere un percorso per il riconoscimento Igp,
senza pregiudicare la Dop. Tale soluzione permetterebbe di
salvaguardare la denominazione, evitando che player stranieri
possano appropriarsi del nome "Oliva all'Ascolana" per
commercializzare prodotti non autentici". All'incontro presenti
anche la deputata Giorgia Latini e la consigliera regionale
Monica Acciarri, che hanno espresso sostegno alla categoria.
Ferraioli ha sottolineato che, "senza un intervento adeguato,
si potrebbe arrivare al paradosso di non poter più usare la
denominazione 'olive all'ascolana' sulle confezioni industriali,
nei menù dei ristoranti e nelle insegne, causando un danno
economico stimato in oltre 70 milioni di euro e mettendo a
rischio almeno 200 posti di lavoro. Al contrario - ha concluso -
riconoscere l'IGP permetterebbe di valorizzare il prodotto a
livello globale, creando nuove opportunità di crescita per il
territorio e per l'intera filiera produttiva".
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