"La regola delle 300 miglia
nautiche di distanza si è dimostrata totalmente inadeguata a
tutelare i porti europei dal rischio di delocalizzazione delle
attività di trasbordo container verso Paesi terzi." Lo ha
dichiarato oggi l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo
Ciccioli durante i lavori della Commissione Trasporti del
Parlamento europeo.
Nel corso del suo intervento, Ciccioli ha espresso "forte
contrarietà alla proposta di ampliamento della lista dei porti
di trasbordo limitrofi - stilata sulla base della regola delle
300 miglia nautiche - evidenziando come tale misura, lungi dal
garantire un equilibrio tra sostenibilità ambientale e
competitività economica, esponga i porti europei a un rischio
crescente di delocalizzazione delle emissioni (carbon leakage) e
perdita di traffici marittimi strategici".
"Per le rotte internazionali con un solo scalo in UE - ha
osservato l'eurodeputato - è sufficiente spostare l'operazione
di trasbordo in un porto extra-UE per sottrarsi completamente
agli obblighi dell'Ets (Il Sistema europeo di scambio di quote
di emissione di gas a effetto serra) e del Regolamento FuelEU
Maritime. E per quelle con più scali in UE, conviene comunque
fare scalo in un hub di transhipment terzo incluso nella lista,
piuttosto che utilizzare un porto comunitario."
Ciccioli ha inoltre invitato la Commissione a riconsiderare
l'applicazione della Direttiva EtsTS nel settore marittimo, nel
caso in cui ci sia un'intesa a livello di Organizzazione
Marittima Internazionale (IMO), dove sono in corso i negoziati
per l'adozione di misure globali condivise.
"È proprio in sede IMO che dobbiamo ristabilire condizioni di
parità globali, come chiesto anche dall'Italia durante il
Consiglio Trasporti del dicembre 2024. Continuare a espandere
una regola inefficace rischia solo di aumentare i costi sul
mercato senza portare alcun beneficio concreto alla riduzione
delle emissioni."
La Commissione europea non deve tenere un approccio punitivo nei
confronti delle compagnie che operano nel settore, al contrario
dovrebbe garantire che non ci siano svantaggi competitivi per i
nostri porti a causa delle politiche climatiche dell'UE,
lasciando che questi attirino e valorizzino i traffici e gli
investimenti internazionali. "Non dobbiamo danneggiare l'Europa
e farci male da soli".
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