"Il 'ricordo' dell'esodo giuliano
fiumano dalmata e delle foibe non è solo commemorazione, ma
consapevolezza che solo dalla memoria può nascere un futuro
migliore". Con queste parole, il presidente della Regione
Marche, Francesco Acquaroli, ha aperto il suo intervento nella
seduta del Consiglio Regionale dedicata alla Giornata del
Ricordo. Dopo aver ringraziato le istituzioni scolastiche
intervenute con elaborati realizzati dagli alunni e le
associazioni degli esuli presenti, ha sottolineato "il valore
della memoria condivisa come patrimonio nazionale, al di là
delle ideologie".
"Lo confermano gli studenti che oggi sono qui con noi, di cui
abbiamo apprezzato il grande lavoro di ricostruzione e
testimonianza - ha proseguito Acquaroli -. Attraverso i loro
occhi e le loro parole i giovani sono testimoni attivi che la
memoria condivisa è patrimonio della Nazione, un valore
assoluto, lontano dalle ideologie, nel nome della dignità umana.
È fondamentale che le nuove generazioni conoscano questa pagina
della nostra Storia che in passato è stata minimizzata e negata.
Solo recentemente si è rotto il silenzio che per troppo tempo
aveva avvolto tanti nomi e tanti storie. Abbiamo ricordato in
quest'Aula ciò che accadde sul confine orientale a centinaia di
migliaia di italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia,
costretti a lasciare la loro terra. Oggi onoriamo la memoria dei
Martiri delle Foibe, la memoria delle vittime che deve essere
preservata".
"Con la tenacia degli esuli e dei loro discendenti
continuiamo a raccontare questa tragedia - ha detto ancora il
presidente - che ha conosciuto la mistificazione e l'oblio,
perché al negazionismo che riappare con lo sfregio alla Foiba di
Basovizza dobbiamo contrapporre l'impegno comune affinché il
racconto della violenza perpetrata e della dignità negata
alimenti una consapevolezza sempre più forte, fatta di libertà e
giustizia - ha ribadito -. Riportare alla luce questa pagina
della nostra storia è un dovere necessario nei confronti di chi
ha subito soprusi e violenze in nome dell'Italia, di chi fu
esule in terra Patria, degli 'italiani due volte'. Un "dovere
necessario per la costruzione di una memoria nazionale e
collettiva".
"Le riflessioni fatte oggi con voi ragazzi e con i
rappresentanti di chi ha vissuto l'esodo e gli eccidi, - ha
continuato Acquaroli - ci consegnano il valore universale e
imprescindibile della nostra identità, coltivata e trasmessa,
per mettere al riparo il futuro, giorno dopo giorno, da tragedie
e violenze che non devono mai più ripetersi. Ricordare quindi è
sempre più importante, perché significa conoscere e comprendere
su quali valori basare le nostre azioni. E se fino a qualche
anno fa le guerre potevano sembrare un fatto a noi più lontano -
ha voluto sottolineare Acquaroli facendo riferimento ai fatti
recenti - oggi viviamo un momento storico in cui i conflitti,
anche alle porte dell'Europa, ci richiamano ad un impegno
corale, a fare la nostra parte per respingere ogni sorta di
violenza e di sopruso. Contro prepotenze, crimini e ingiustizie
combattiamo con l'esercizio della democrazia, della pace, della
solidarietà e della giustizia che poggiano sulla dignità, sulla
convivenza tra i popoli e il rispetto di ogni singola persona".
"Ricordiamo senza mai stancarci perché abbiamo il dovere di
raccontare con parole sempre nuove questi fatti drammatici che
accaddero decenni fa. - ha sottolineato - Lo scorrere del tempo
non scalfisca l'azione e l'impegno ma lo rafforzi ancora di più,
affinché - ha concluso - le testimonianze e la netta condanna
tengano lontano ogni tentativo di ricomparsa del male, che ha
segnato nel profondo il nostro essere uomini".
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