Il premier macedone Hristijan
Mickoski ha criticato i doppi standard che a suo dire esistono
nell'Unione europea in fatto di difesa dei diritti umani e
dell'identità dei popoli. "Quando la Russia attacca e nega
l'identità ucraina, noi tutti facciamo sentire la nostra voce,
critichiamo e lottiamo per i diritti del popolo ucraino e contro
tale aggressione senza precedenti. Ma quando il parlamento di
uno stato membro dell'Unione europea attacca e nega l'dentità
macedone e la mia lingua madre, il macedone, allora tutti
taccioni", ha detto Mickoski intervenendo oggi a un panel sui
Balcani alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera.
Chiaro il riferimento alla Bulgaria, con la quale la
Macedonia del Nord è impegnata da anni in una disputa storica,
identitaria e linguistica. Nonostante il negoziato di adesione
tra Skopje e la Ue si sia formalmente aperto oltre due anni fa,
i colloqui non sono mai cominciati concretamente per il blocco
attuato da Sofia, che chiede il riconoscimento ufficiale della
minoranza bulgara in Macedonia del Nord e la sua inclusione
nella costituzione macedone. Punto questo che trova la
resistenza dell'attuale dirigenza nazionalista di Skopje, sia il
governo di Mickoski sia la presidente Gordana
Siljanovska-Davkova, entrambi su posizioni fortemente
conservatrici.
Osservando come il percorso di Skopje verso la Ue sia
iniziato molto prima dell'Albania e anche della Croazia,
Mickoski ha affermato che per la Macedonia del Nord il sistema
meritocratico è solo una favola. "Siamo vittime della
bilateralizzazione e il nostro percorso di avvicinamento alla Ue
è molto complesso", ha detto il premier, per il quale "invece di
portare l'Europa nei Balcani, abbiamo portato i Balcani in
Europa. Purtroppo ci sono Paesi membri Ue della regione
balcanica che hanno portato controversie bilaterali a Bruxelles,
invece di portare i valori di Bruxelles nei Balcani".
Mickoski ha quindi fatto riferimento all'intevento alla
Conferenza del vicepresidente americano J.D. Vance, che ha
attaccato le democrazia europee accusando l'Europa di
allontanarsi dai suoi principii democratici fondamentali. "Sento
commenti secondo cui il discorso di Vance sarebbe stata una
grave ingerenza negli affari interni. Ma i cambiamenti di nome,
di bandiera, di valuta non sono forse interferenze negli affari
interni di un Paese sovrano? Per quanto tempo ancora dovremo
subire doppi standard? Qui non siamo parlando di un processo
basato sul merito, stiamo parlando di controversie bilaterali
che non dovrebbero avere nulla a che fare con i valori europei",
ha osservato il premier macedone.
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