Gli studenti sono tornati a
protestare oggi in varie città della Serbia per denunciare la
corruzione e la scarsa democrazia delle autorità, ritenute
responsabili del crollo alla stazione di Novi Sad che il primo
novembre scorso ha provocato 15 morti.
In occasione dei cento giorni trascorsi da tale sciagura, il
movimento studentesco, che prosegue il blocco di numerose
facoltà universitarie in tutto il Paese, si è mobilitato con
raduni e cortei per chiedere giustizia sul crollo alla stazione
e l'individuazione dei responsabili. A Belgrado è stato bloccato
il popolare ponte Gazela sul fiume Sava, che resterà chiuso al
traffico fino alle 18. Agli studenti si sono uniti gruppi di
agricoltori con i loro trattori a bloccare il ponte. 'La città è
nostra', 'Le strade ci chiamano, noi usciamo', alcune delle
scritte su cartelli e striscioni.
A Novi Sad (nord) gli studenti in agitazione hanno bloccato
tre importanti incroci stradali, che resteranno chiusi al
traffico fino alle 14. Da Kragujevac (centro) gruppi di studenti
sono partiti stamane alla volta di Belgrado dove intendono
consegnare simbolicamente ai loro colleghi della capitale
l'invito a partecipare a una grande manifestazione di protesta a
Kragujevac il 15 febbraio, giorno della Festa nazionale in
Serbia. Finora la situazione nelle località interessate dalle
proteste si è mantenuta calma e non sono stati segnalati
problemi o incidenti di rilievo.
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