Il numero di attraversamenti
irregolari delle frontiere dell'Ue è diminuito del 25% nei primi
due mesi del 2025, arrivando a quasi 25.000, secondo i dati
preliminari raccolti da Frontex, l'Agenzia europea della guardia
di frontiera e costiera.
Mentre la maggior parte delle rotte ha registrato una
diminuzione del numero di arrivi, la rotta del Mediterraneo
centrale ha registrato il maggiore incremento nei primi due mesi
dell'anno, con un aumento del 48% rispetto all'anno precedente,
arrivando a quasi 6.900 arrivi.
La rotta del Mediterraneo centrale è diventata la seconda rotta migratoria più attiva verso l'Ue.
La Libia resta il principale punto di partenza su
questa rotta e i contrabbandieri si affidano sempre più a
potenti motoscafi per eludere le autorità, scrive Frontex,
secondo cui il costo di una traversata in mare varia tra i 5.000
e gli 8.000 euro a persona. I cittadini del Bangladesh rimangono
la nazionalità più comune su questa rotta, spesso sfruttando
accordi formali tra Libia e Bangladesh per entrare legalmente
per lavoro prima di intraprendere la traversata in mare.
Nonostante un calo del 40% rispetto allo scorso anno, il
corridoio dell'Africa occidentale è rimasto, invece, la rotta
più attiva per la migrazione irregolare, con 7.200 arrivi
registrati a gennaio-febbraio. La maggior parte dei migranti
proveniva da Mali, Senegal e Guinea. Alla fine di febbraio, il
Mediterraneo orientale era il terzo corridoio migratorio più
trafficato verso l'Ue, con quasi 6.500 arrivi. Tuttavia, i
rilevamenti su questa rotta sono diminuiti del 35% rispetto a un
anno fa. Le traversate in mare continuano a mettere a rischio la
vita dei migranti, molti dei quali si affidano a reti criminali
organizzate per tentare il viaggio. L'Organizzazione
internazionale per le migrazioni (Oim) stima che 248 persone
siano morte in mare a gennaio e febbraio, mentre 2300 sono morte
nel 2024. Sulla rotta della Manica, infine, il numero di
migranti che tentano di attraversare il Canale della Manica è
diminuito del 28% rispetto allo scorso anno, con un numero di
rilevamenti di poco superiore a 4.400.
La Rotta balcanica ha invece registrato il calo più marcato,
con un -64% anno su anno, ha informato Frontex.
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