A Belgrado sale la tensione in
vista della grande manifestazione antigovernativa di domani, con
i crescenti timori di incidenti e scontri di piazza, e con le
autorità che parlano apertamente di piani per un tentativo di
colpo di stato ad opera di forze oscure che a loro dire si
trincerano dietro il movimento degli studenti in agitazione,
iniziatore del raduno di domani.
Alla manifestazione sono attese decine di migliaia di
persone, che stanno giungendo a Belgrado con ogni mezzo da tutto
il Paese, molti con trattori, in bicicletta e anche a piedi.
Organizzata dagli studenti come in altre occasioni negli ultimi
mesi, la manifestazione di Belgrado ha ottenuto il sostegno
delle forze di opposizione, ong, associazioni di vario tipo,
tutti intenzionati a ribadire la contestazione contro governo e
presidente, accusati di corruzione, scarsa democrazia e
controllo sui media, e con le autorità ritenute responsabili
morali del crollo del primo novembre scorso alla stazione di
Novi Sad con il bilancio di 15 morti. Non sono bastate le
dimissioni del premier Milos Vucevic a fine gennaio a calmare
gli animi e a far recedere la protesta. La tensione è salita
ulteriormente nelle ultime ore dopo la diffusione su varie
emittenti televisive private filogovernative di presunti
messaggi audio in cui si parla di un piano messo a punto da
forze di opposizione in collusione con il movimento studentesco
per scatenare domani nella capitale serba violenti scontri al
fine di estromettere l'attuale dirigenza e imporre un governo
transitorio. Stando a questo piano eversivo rivelato dalle
emittenti tv, sarebbero in programma assalti, tra l'altro, al
Parlamento e alla sede della tv pubblica Rts, che già nei giorni
scorsi era stata bloccata per quasi 24 ore dagli studenti. Alla
luce di tutto ciò, la presidente del Parlamento Ana Brnabic ha
lanciato stamane un reale allarme per la democrazia e la
sicurezza nel Paese, parlando di un preciso piano di colpo di
Stato al fine di scatenare la guerra civile in Serbia. Brnabic -
che ha parlato ai giornalisti non dal Parlamento ma dal Palazzo
Serbia - ha annunciato che la sede del Parlamento resterà chiusa
oggi, domani e domenica per ragioni di sicurezza, e ha puntato
il dito fra gli altri contro il rettore e diversi docenti
dell'Università di Belgrado, che risulterebbero coinvolti in
tale piano eversivo. I timori riguardano anche i tanti studenti
contrari alle proteste e favorevoli a un rapido ritorno alle
lezioni, che da una settimana sono accampati in un parco non
lontano dal parlamento, dove domani è prevista la principale
concentrazione di manifestanti. Nonostante l'invito rivolto loro
ieri sera dal presidente Aleksandar Vucic a lasciare il parco
nella giornata di domani per ragioni di sicurezza, gli studenti
anti-protesta hanno annunciato oggi di voler restare al loro
posto per non cedere alle minacce e ai ricatti. Nelle ultime
ore, l'intera zona del parco è stata circondata da decine di
trattori messi a disposizione da agricoltori a difesa degli
studenti accampati.
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