Più investimenti, meno lacci e lacciuoli alle imprese. L'Ue inaugura il suo nuovo corso per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale nel tentativo di recuperare terreno in una corsa considerata a Bruxelles tutt'altro che conclusa. La Commissione europea ha presentato un piano d'azione per rendere l'Europa un leader mondiale nel campo dell'IA, che prevede tra l'altro la creazione in Europa di gigafactory di IA che integreranno un'enorme potenza di calcolo e centri dati per addestrare e sviluppare modelli complessi di IA su una scala senza precedenti.
Palazzo Berlaymont intende anche stimolare gli investimenti del settore privato in capacità cloud e data center, proponendo nei prossimi mesi una legge sullo sviluppo del cloud e dell'IA con cui si punta a "triplicare la capacità dei centri dati dell'Ue nei prossimi cinque-sette anni". Oltre al potenziamento dell'infrastruttura di dati e di calcolo per l'IA su larga scala, il piano prevede poi iniziative per aumentare l'accesso ai dati di grandi dimensioni e di alta qualità, sviluppare gli algoritmi e promuovere l'adozione dell'IA in settori strategici dell'Ue, e a rafforzare le competenze e i talenti in materia di IA.
L'ultimo dei cinque pilastri in cui si articola il piano è quello dedicato alla semplificazione normativa che potrebbe riguardare anche l'AI Act, la legge europea sull'IA approvata nella scorsa legislatura e pienamente applicabile dal 2026.
L'obiettivo è ridurre "al minimo l'onere normativo" e garantire "un'attuazione semplice e favorevole all'innovazione della legge sull'IA" ha dichiarato Henna Virkkunen, vicepresidente della Commissione europea responsabile per la sovranità tecnologica, sostenendo che la riduzione di alcuni obblighi di rendicontazione "non sia dannosa per nessuno". In base all'AI Act, ha spiegato, "circa l'85% di tutti i sistemi di IA non è ancora regolamentato", mentre "per il restante 15% vogliamo ottenere il massimo della semplicità".
Insomma, tutta un'altra aria rispetto alla scorsa legislatura che aveva fatto delle tre architravi del digitale europeo - oltre all'AI Act anche il Digital Markets Act e il Digital Services Act - uno dei suoi cavalli di battaglia. E proprio l'arsenale giuridico Ue sul digitale è finito nel mirino della nuova amministrazione americana che accusa Bruxelles di voler imporre regole punitive alle società a stelle e strisce e minaccia misure di ritorsione a tutela degli interessi economici Usa in caso di sanzioni inflitte da Bruxelles alle aziende americane.
"La parte che riguarda la semplificazione normativa andrà approfondita" ha avvertito Brando Benifei, europarlamentare Pd e relatore dell'AI Act. "Se significa aiutare le imprese europee a ridurre costi e facilitare sviluppo e adozione di sistemi di IA sarà sicuramente appoggiata, come già abbiamo fatto con le corsie facilitate, le cosiddette sandbox, per lo sviluppo di prodotti da parte di startup europee - ha spiegato - se invece sarà un favore per le big tech che chiedono di non avere responsabilità e regole certamente troverà una ferma opposizione".
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