"Una via di fuga per non soffocare
nella casa che diventava sempre più piccola, per astrarsi dai
bollettini terribili". È nato così, nei giorni difficili
dell'isolamento a causa del Coronavirus, il progetto
#DifferentMe della fotoreporter Andreja Restek. Un gioco
fotografico con autoscatti che si rifanno a immagini iconiche di
grandi fotografi come Helmut Newton, Cecil Beaton, Vivian Maier,
Annie Leibovitz, Man Ray. "L'idea - racconta Andreja - è nata
imitando una fotografia di Leibovitz. Ho messo su un piccolo set
di due metri quadri in camera di mia figlia. E mi diverto".
Su Facebook dove pubblica gli autoscatti Andreja spiega: "La
fotografia di cui mi occupo normalmente è diversa, fotografo le
guerre e le ingiustizie sociali in giro per il mondo. Quando la
vita in Occidente scorreva in modo normale cercavo di raccontare
le persone meno fortunate. Pubblicavo le fotografie delle
persone sotto le bombe, raccontavo la vita nei campi rifugiati.
Adesso, quando anche in Occidente è arrivata una 'guerra'
invisibile mi sono concentrata sul mio progetto #DifferentMe, ma
continuando a documentare le situazioni negli ospedali, delle
forze dell'ordine delle comunità di suore, dei funerali. Avevo
bisogno di distrarre i miei pensieri e ingannare le mie paure.
Andrò sicuramente avanti fino alla fine del lockdown. Poi farò
degli scatti ad altre mie colleghe giornaliste. Vorrei mettere
in piedi una raccolta fondi per sostenere le famiglie povere".
Andreja tornerà un giorno alle sue foto di sempre."Adesso
sono in questa fuga creativa. Ho sempre fatto le cose al
contrario", dice.
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