Prevale l'ottimismo tra le piccole librerie: quasi 2 librai su 3, il 64% prevedono di chiudere l'anno con vendite stabili o in aumento, rispetto al 2021.
E altri segnali positivi di ripresa sono gli eventi in presenze, organizzati dal 23% delle librerie e previsti a beve per il 34%.
Sono le indicazioni che arrivano dal sondaggio "2022: Ritorno in
libreria. La ripartenza dei piccoli librai tra pandemia e crisi
internazionale", condotto da SWG per Sil-Confesercenti su un
campione di 400 responsabili di librerie - non legate a catene
nazionali - distribuito su tutto il territorio nazionale.
I risultati del sondaggio sono stati presentati oggi al
Salone del Libro di Torino. Ne hanno discusso Cristina Giussani,
presidente di Sil-Confesercenti, Renato Salvetti, amministratore
delegato di Messaggerie Libri e Marco Zapparoli, presidente ADEI
(Associazione editori indipendenti)
Dal sondaggio emerge che l'incertezza legata alla ripresa dei
contagi Covid, acuita dall'esplosione del conflitto russo e
dalla corsa dei prezzi energetici, ha frenato le vendite nei
primi quattro mesi dell'anno - il 41% segnala un calo tra
gennaio e aprile, il 18% indica un miglioramento. Ma per la
restante parte dell'anno prevale l'ottimismo: il 64% pensa di
chiudere l'anno con vendite stabili (43%) o con variazioni
positive o molto positive (21%), anche se c'è un 31% che prevede
di terminare il 2022 con variazioni negative o molto negative
delle vendite.
La ripartenza presenta però difficoltà, soprattutto per
l'aumento dei costi di impresa, segnalato dal 95% delle
attività. A pesare, soprattutto l'aumento dei costi dell'energia
(96%), ma il 42% segnala anche l'incremento dei prezzi di
consegna degli ordini, in ascesa a causa del caro-carburante.
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