I grandi del mondo raccontati
attraverso i loro gatti. Sono intrecci che riguardano animali
capaci di allentare nel privato la tensione di momenti rimasti
nella storia, come si narra dell'inseparabile Jock per il primo
ministro britannico Winston Churchill. Ma ci sono pure mici
trattati come dipendenti da uno dei più prestigiosi musei del
mondo, l'Ermitage di San Pietroburgo, più efficaci contro i topi
dei prodotti chimici. Ad assegnare loro lo status di dipendenti
fu lo zar Pietro I, il Grande. La zarina Caterina II attribuì
poi ai mici quello di "Guardiani delle pinacoteche", ancora oggi
esistente. E ci sono gatti a cui tutto è permesso, tanto da
sedere ed essere fotografati sulla poltrona dello Studio Ovale
alla Casa Bianca, come per Socks, della famiglia Clinton. Le
loro storie sono in un libro appena uscito della giornalista e
scrittrice torinese Carola Vai, dal titolo: "Gatti di Stato. Tra
uso pubblico e passioni private", editore Rubbettino, 220
pagine.
L'autrice, attraverso le vicende di re, regine, papi, leader
di varie epoche e continenti, e dei loro felini, descrive
frammenti di mondi diversi per linguaggio e cultura. Sono brevi
racconti del potere attraverso un'indagine storica, effettuata
tra quotidiani italiani e stranieri, biblioteche italiane e
archivi nazionali e internazionali. Ci sono i presidenti della
Repubblica, Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano, l'imperatore
romano Cesare Augusto, il faraone Tutankhamon, Livia, moglie di
Augusto, la regina del Regno Unito Vittoria. Tra i presidenti
Usa, Abramo Lincoln, Theodore Roosevelt, John Kennedy, George
Bush junior e Joe Biden. Esponenti religiosi, quali Benedetto
XVI, Leone XII, Paolo VI e Padre Pio, che hanno iniziato a
dividere tenerezze e malinconia coi gatti fin dai giochi
infantili, come pure il re di Francia Luigi XV.
Si scoprono leader legati ai mici negli anni del tramonto
professionale, come gli statisti italiani Giovanni Giolitti e
Francesco Saverio Nitti, e il presidente francese Charles De
Gaulle. Tra le caratteristiche individuate nei gatti pure un
modo per conquistare la simpatia dei popoli, distraendoli da
considerazioni negative, come per Evita e Juan Peron, la coppia
presidenziale argentina.
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