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I gatti di Stato, tra immagine pubblica e privato

I gatti di Stato, tra immagine pubblica e privato

Da Churchill a Clinton, passando per De Gaulle, papi e zar

TORINO, 08 ottobre 2022, 14:51

Redazione ANSA

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I grandi del mondo raccontati attraverso i loro gatti. Sono intrecci che riguardano animali capaci di allentare nel privato la tensione di momenti rimasti nella storia, come si narra dell'inseparabile Jock per il primo ministro britannico Winston Churchill. Ma ci sono pure mici trattati come dipendenti da uno dei più prestigiosi musei del mondo, l'Ermitage di San Pietroburgo, più efficaci contro i topi dei prodotti chimici. Ad assegnare loro lo status di dipendenti fu lo zar Pietro I, il Grande. La zarina Caterina II attribuì poi ai mici quello di "Guardiani delle pinacoteche", ancora oggi esistente. E ci sono gatti a cui tutto è permesso, tanto da sedere ed essere fotografati sulla poltrona dello Studio Ovale alla Casa Bianca, come per Socks, della famiglia Clinton. Le loro storie sono in un libro appena uscito della giornalista e scrittrice torinese Carola Vai, dal titolo: "Gatti di Stato. Tra uso pubblico e passioni private", editore Rubbettino, 220 pagine.
    L'autrice, attraverso le vicende di re, regine, papi, leader di varie epoche e continenti, e dei loro felini, descrive frammenti di mondi diversi per linguaggio e cultura. Sono brevi racconti del potere attraverso un'indagine storica, effettuata tra quotidiani italiani e stranieri, biblioteche italiane e archivi nazionali e internazionali. Ci sono i presidenti della Repubblica, Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano, l'imperatore romano Cesare Augusto, il faraone Tutankhamon, Livia, moglie di Augusto, la regina del Regno Unito Vittoria. Tra i presidenti Usa, Abramo Lincoln, Theodore Roosevelt, John Kennedy, George Bush junior e Joe Biden. Esponenti religiosi, quali Benedetto XVI, Leone XII, Paolo VI e Padre Pio, che hanno iniziato a dividere tenerezze e malinconia coi gatti fin dai giochi infantili, come pure il re di Francia Luigi XV.
    Si scoprono leader legati ai mici negli anni del tramonto professionale, come gli statisti italiani Giovanni Giolitti e Francesco Saverio Nitti, e il presidente francese Charles De Gaulle. Tra le caratteristiche individuate nei gatti pure un modo per conquistare la simpatia dei popoli, distraendoli da considerazioni negative, come per Evita e Juan Peron, la coppia presidenziale argentina.
   

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