Per la protezione dei cantieri per il Tav Torino-Lione in Valle di Susa è stata necessaria, nel corso degli anni, una spesa supplementare di 30 milioni.
Lo ha detto Maurizio Bufalini, direttore generale aggiunto per l'Italia di Telt, la società che si occupa della realizzazione dell'opera, testimoniando oggi in tribunale al maxi-processo ai vertici del centro sociale Askatasuna.
Si tratta, ha spiegato,
di spese "interamente a carico nostro" relative a recinzioni,
betafence, illuminazione e videosorveglianza. "Nel corso degli
anni - ha affermato - gli attacchi degli oppositori si sono
ripetuti. Se li dovessi quantificare, direi che in dieci anni
sono stati fra il centinaio e i duecento. Nel corso del tempo la
cadenza è calata. Ora la media si assesta a una volta al mese.
Ma le protezioni funzionano".
Nel processo, che riguarda anche episodi avvenuti durante la
mobilitazione No Tav in Valle di Susa, gli imputati sono 26 e
alcuni rispondono di associazione per delinquere.
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