Il "grave" intervento
all'inaugurazione dell'anno giudiziario a Torino di un membro
laico del Csm sul caso Askatasuna, con il tentativo di
condizionamento dei giudici "a processo ancora in corso", è
stato denunciato oggi in tribunale da uno degli avvocati,
Gianluca Vitale, nell'apertura della sua arringa difensiva.
Enrico Aimi, oltre a parlare di "rischio di un ritorno agli anni
di piombo", aveva detto che la Presidenza del Consiglio e i
ministeri di interni difesa avevano fatto bene a chiedere agli
imputati un indennizzo di 6,8 milioni di euro".
Secondo Vitale, i giudici "sono stati tirati per la
giacchetta in modo improprio" attraverso "una sgrammaticatura
istituzionale". "Quella - ha spiegato Vitale - non era una
chiacchierata da bar. Già il procuratore generale non avrebbe
dovuto pronunciarsi a processo in corso. Ma è più grave che un
membro del Csm vi abbia sollecitato a pronunciare una condanna
esemplare anche dal punto di vista economico, assecondando una
richiesta di risarcimento dei danni, che non ha alcun fondamento
sul piano giuridico".
È in atto un "tentativo spudorato" di influenzare il processo
Askatasuna, in corso in queste settimane a Torino. Lo ha detto
Dana Lauriola, esponente storica del centro sociale e ora tra il
16 imputati chiamati a rispondere di associazione per
delinquere, oggi in tribunale del corso di una dichiarazione
spontanea. Lauriola, oltre a citare gli interventi del
rappresentante del Csm e del procuratore generale Lucia Musti
all'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha parlato della
recente attenzione dei media, a suo giudizio "non spontanea ma
indotta da chi non rispetta la tranquillità un procedimento così
delicato e complesso avrebbe richiesto".
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