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Avvocati Torino, rispettare diritto agli affetti dei detenuti

Avvocati Torino, rispettare diritto agli affetti dei detenuti

"Dopo un anno disattesa Corte Costituzionale, è sbalorditivo"

TORINO, 05 febbraio 2025, 18:20

Redazione ANSA

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E' passato un anno dalla pronuncia con cui la Corte Costituzionale ha sancito in via definitiva il diritto dei detenuti ad avere incontri intimi con con i propri partner e a ricevere i familiari in condizioni di riservatezza, ma "ancora non è stato fatto nulla". La denuncia arriva da Torino per iniziativa della Camera penale del Piemonte Occidentale, che oggi ha fatto il punto della situazione.
    "Stiamo parlando - è stato spiegato - del diritto all'affettività. E non si tratta solo di permettere i rapporti sessuali. Si tratta di poter abbracciare un figlio o la propria madre anziana con un minimo di privacy, lontano dagli sguardi di altri detenuti e senza la presenza fisica di poliziotti o, in generale, di estranei. E' un diritto. Tanto è vero che gli istituti di Paesi come Francia e Belgio si sono attrezzati da tempo. Noi invece siamo qui a chiederci se il ritardo è una questione di mancanza di strutture o se, come sembra probabile, di mancanza di volontà".
    Per superare "l'indifferenza" di tutte le istituzioni che dovrebbero occuparsi del caso (governo, parlamento, ministeri, dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) la Camera penale, come ha annunciato il presidente, Roberto Capra, chiederà la collaborazione della magistratura di sorveglianza, "che è la nostra interlocutrice più diretta". Bruno Mellano, garante regionale per i detenuti, ha invece comunicato di avere scritto ai direttori delle 13 carceri del distretto piemontese: "Ho spiegato che per effetto della sentenza è necessario attrezzarsi. Non stiamo parlando di 'camere dell'amore' o di prostitute nei penitenziari: basta dedicare una stanza a colloqui non controllati visivamente". Per quel che riguarda Torino, l'avvocato Davide Mosso, dell'osservatorio carceri dell'Ucpi, ha una soluzione: "All'interno della struttura esiste un Icam (istituto a custodia attenuata per le madri - ndr) che è possibile adattare dopo avere trasferito i suoi rari ospiti in una casa famiglia".
    "La Corte Costituzionale - ha detto l'avvocata Emilia Rossi - ha tracciato la via fornendo anche una sorta di manuale di istruzioni su cosa si deve fare. E noi siamo sbalorditi dall'indifferenza manifestata dalle varie articolazioni dello Stato. Sembra l'espressione di un arretramento culturale molto radicato, di un orientamento sessuofobico che è difficile da scalfire". Il presidente Capra, a questo proposito, ha parlato di "cultura medievale della detenzione contrapposta al principio costituzionale del rispetto della dignità umana".
   

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