Si è aperto ieri a Torino il
processo che vede imputati undici minorenni (nel frattempo
qualcuno ha raggiunto la maggiore età) per la rivolta avvenuta
la notte tra il 1 e il 2 agosto scorso nel carcere minorile
Ferrante Aporti. Gli imputati, come ricorda il quotidiano La
Stampa, sono originari della Tunisia, del Marocco, dell'Egitto.
Tre di loro sono italiani. Dieci hanno scelto il rito
abbreviato. Uno, all'epoca della rivolta sedicenne e già
condannato per il tentato omicidio di Mauro Glorioso (lo
studente palermitano colpito dalla bici lanciata dai Murazzi del
Po), assistito dall'avvocato Domenico Peila ha scelto il
processo ordinario, udienza che si aprirà il 13 maggio. Per
l'accusa l'imputato, italiano, sarebbe uno dei promotori della
rivolta nell'istituto penitenziario, per il legale no. Sono
tutti accusati di devastazione e saccheggio in concorso.
La rivolta era anche stata registrata da alcuni detenuti con
un telefono introdotto di nascosto nel carcere ed erano stati
pubblicati dei video su TikTok per denunciare il
sovraffollamento della struttura. Immagini e fotografie di
quelle ore sono state prodotte e proiettate ieri in aula
dall'accusa rappresentata dal pubblico ministero Davide Fratta.
Un'udienza durata fino al tardo pomeriggio durante la quale gli
imputati, tutti collegati da remoto, perché sottoposti a misura
cautelare (chi in carcere, chi in comunità) hanno ammesso le
proprie responsabilità. Tutti tranne uno dei tre italiani,
assistito dall'avvocato Cristian Scaramozzino. Il processo con
rito abbreviato è stato aggiornato al prossimo 8 luglio, quando
ci sarà la discussione dell'accusa e delle difese ed è attesa
anche la sentenza.
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