Partigiano, dirigente del Pci,
direttore dell'Unità: è morto a 91 anni Alfredo Reichlin.
Figlio di Pietro ed Elisabetta Lauro, nato a Barletta,
all'età di cinque anni Reichlin si trasferì a Roma, dove il
padre esercitò la professione d'avvocato. Nella capitale
Reichlin partecipò alla Resistenza con le Brigate Garibaldi,
facendo parte dei GAP.
Reichlin fu fra i gappisti romani catturato nel 1944 dai
fascisti. Nel 1946 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, di
cui fu uno dei dirigenti più importanti per circa trent'anni.
Allievo di Palmiro Togliatti, fu vicesegretario della
Federazione Giovanile Comunista Italiana e nel 1955 entrò ne
l'Unità, di cui dopo un anno diventò vice-direttore. Promosso a
direttore nel 1958, negli anni sessanta si avvicina alle
posizioni di Pietro Ingrao, le più a sinistra nel partito.
Quando l'attrito tra Togliatti e la corrente di Ingrao diventa
inconciliabile, Reichlin è allontanato dai quadri de l'Unità per
far spazio alla direzione di Mario Alicata.
Da Segretario regionale del PCI in Puglia fu molto attento
alla questione meridionale, alla quale dedicò anche alcune sue
opere. Deputato nazionale fin dal 1968, durante gli anni
Settanta entrò nella direzione nazionale del partito e collaborò
con Enrico Berlinguer. Successivamente fu favorevole alle
trasformazioni del partito da PCI in Partito Democratico della
Sinistra prima, da PDS in Democratici di Sinistra poi, ed infine
da DS in Partito Democratico.
Dal 1989 al 1992 fu "Ministro dell'Economia" del governo
ombra del Partito Comunista Italiano.
Sposato in prime nozze con la militante comunista (espulsa nel
1969 per aver aderito al gruppo de Il manifesto) Luciana
Castellina, ha avuto due figli: Lucrezia e Pietro, entrambi
economisti.
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