"Finalmente siamo via dalla guerra e
dalla morte". Tamara è una delle donne ucraine salvate da don
Gino Samarelli, il parroco del Duomo di Molfetta partito tre
giorni fa dalla Puglia alla volta dell'Ucraina. Tamara viene da
Kiev. "Eravamo paralizzati dalla paura, non uscivamo da casa da
giorni, sparavano ogni dieci minuti nel centro di Kiev e
correvamo come matti quando sentivamo le sirene. Mi sono
rilassata - dice la donna - quando ho visto il mare, le palme e
la natura meravigliosa dell'Italia".
Il sacerdote ha portato dall'Ucraina 46 profughi in fuga dalla
guerra. Di questi, sette sono stati accompagnati a Spinea, in
Veneto, e uno a Bologna per ricongiungersi con i famigliari.
Altri sei adulti ciechi sono stati portati al centro Don Orione
di Foggia e tutti gli altri, donne con cinque bambini, tra i
quali una neonata di 9 mesi, sono arrivati in serata a Molfetta.
Ad accogliere il bus con a bordo don Gino e i profughi davanti
al Duomo, c'erano il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, il
vescovo, monsignor Domenico Cornacchia e i volontari
dell'associazione Ser.
"Finalmente sono a casa i nostri ospiti, perché ormai non sono
più profughi" ha detto don Gino appena sceso dal pullman - .
Raccontano storie molto dolorose, assurde, alle quali non avrei
creduto se non avessi visto con i miei occhi quei volti
giovanissimi, ancora ingenui, di ragazzi e ragazze alla
frontiera armati di tutto punto". Un gruppo ora proseguirà il
viaggio verso Martina Franca, mentre altri 13 "resteranno qui -
ha detto don Gino - , ospiti dell'affetto delle nostre
comunità".
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