Il 25% dei medici della Puglia pensa
alla pensione anticipata e il 29% dei non pensionabili ipotizza
di lasciare il settore pubblico. A sondare l'umore dei medici
pugliesi, sempre più tentati di dire addio al servizio pubblico,
è la survey condotta da Fadoi, la Federazione dei medici
internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di camici
bianchi. Nonostante le intenzioni personali, circa il 64% degli
ospedalieri vede ancora nel sistema sanitario pubblico "un
baluardo del diritto alla salute, che mette le ragioni
assistenziali davanti a quelle economiche". Solo il 7% pensa che
gli straordinari meglio retribuiti possano risolvere il problema
delle liste di attesa, che per il 35% si affronta con una
migliore organizzazione dei servizi. Tuttavia il dato più
preoccupante è quello sulle intenzioni di abbandonare la sanità
pubblica: uno su quattro pensa di appendere in anticipo il
camice bianco al chiodo, soprattutto per evitare presenti e
futuri tagli alle loro pensioni, ma anche per i carichi di
lavoro eccessivi. E poi c'è un 29% che se potesse tornasse
indietro non sceglierebbe più di iscriversi a Medicina. Anche
chi non è in età di pensione nel 29% dei casi sta pensando di
lasciare il servizio pubblico per andare nel privato. Uno
scoramento che trova conferma nel 29% che alle condizioni
attuali tornando indietro nel tempo non sceglierebbe più di fare
il medico. L'indagine punta poi ad analizzare le criticità nei
reperti di medicina interna, quelli che in media assorbono circa
il 50% di tutti i ricoveri ospedalieri. Per il 21% il problema
numero uno resta la carenza di personale medico e
infermieristico. La scarsa valorizzazione del medico di medicina
interna nell'organizzazione del lavoro ospedaliero è invece
segnalata dal 43% degli internisti. La scarsa o mancata
integrazione tra ospedale e servizi territoriali è indicata dal
restante 36%. Quasi un plebiscito per l'utilizzo degli
specializzandi a copertura dei vuoti in pianta organica con solo
il 21% che pensa possano mettere a rischio la qualità
dell'assistenza. Per il 58% è invece utile purché svolgano le
loro attività affiancati da un tutor. "Il lavoro ospedaliero
diventa sempre più pressante. La survey evidenzia lo stato di
malessere dei medici pugliesi che lavorano presso gli ospedali
pubblici", commenta la presidente di Fadoi Puglia, Anna
Belfiore.
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