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Il 51/o Festival Valle d'Itria dedicato a 'Guerre e pace'

Il 51/o Festival Valle d'Itria dedicato a 'Guerre e pace'

Pronto il programma con direzione artistica di Silvia Colasanti

MARTINA FRANCA, 05 febbraio 2025, 12:10

Redazione ANSA

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E' intitolata 'Guerre e pace', termini declinati tanto al singolare quanto al plurale che si presentano oggi con insistenza nella vita di tutti i giorni, la 51/a edizione del Festival della Valle d'Itria di Martina Franca (Taranto), in scena dal 18 luglio al 3 agosto.
    Novità di quest'anno è la direzione artistica affidata per un triennio alla compositrice Silvia Colasanti che guiderà. In programma tre opere, 'Tancredi' di Gioachino Rossini con i due finali, la prima italiana di Owen Wingrave (1970) di Benjamin Britten, e la rara esecuzione, a cento anni dalla composizione, di 'L'enfant et les sortilèges' di Maurice Ravel, a cui si affiancano concerti, incontri e dialoghi con autori. A fare da scenario, come di consueto, il palazzo Ducale, la basilica di San Martino, il chiostro di San Domenico, altri luoghi storici della cittadina barocca e le masserie. Il Festival rimarrà fedele alle peculiarità che lo hanno contraddistinto fin dal suo nascere, quali l'attenzione al repertorio belcantistico e il recupero di opere di raro ascolto.
    E proprio l'attualità richiamata nel titolo, ha spiegato Silvia Colasanti, "si specchierà nei capolavori del passato, più noti o desueti, e al tempo stesso verrà raccontata con i suoni dagli autori del Novecento e dei nostri giorni, per un'offerta artistica al servizio della cultura".
    Per il tradizionale concerto sinfonico (primo agosto a palazzo Ducale) verrà proposta la Sinfonia n. 14 per soprano, basso, archi e percussioni op. 135 di Dmitrij Sostakóvic, scritta nel 1969 sui testi di García Lorca, Apollinaire, Kuchelbecker e Rilke e dedicata a Britten. Fabio Luisi dirigerà l'orchestra dell'accademia del teatro alla Scala. Voci soliste il soprano Lidia Fridman e il basso Adolfo Corrado.
    Con la 51esima edizione, commenta Michele Punzi, presidente della fondazione Paolo Grassi, "il Festival della Valle d'Itria guarda con coraggio al futuro e alle sfide che l'attendono, senza tradire il suo dna e le peculiarità che lo hanno reso riconoscibile in tutto il mondo".
   

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