(di Francesco Gallo)
Un vero fiume in piena Monica
Guerritore al Petruzzelli di Bari protagonista dell'Incontro di
Cinema, condotto da Angela Prudenzi, dopo la proiezione della
quarta puntata della serie tv Inganno. Una serie Netflix di
grande successo dove interpreta una donna sessantenne che si
innamora di un uomo molto più giovane.
Dall'attrice a Bari tanti i temi trattati che fanno impallidire
il decalogo di Nanni Moretti. Parte subito bene l'attrice
sessantasettenne parlando di Anna Magnani sulla quale sta
lavorando da oltre tre anni per un film, Anna, da lei
interpretato ricordando come appena ricevuto l'Oscar nel 1956,
essendo divenuta ingombrante per il cinema italiano aveva detto:
"Torno al teatro, torno a volare".
E aggiunge poi la Guerritore "Quando sul palcoscenico gli attori
aprono le braccia durante gli applausi lo fanno per aprire le
ali, volare". Che cosa è la qualità? "Scegliere nella propria
carriera cose che abbiano un senso che permetta alle persone di
riflettere. Ho sempre creduto nelle cose che ho fatto e questo
vale anche per La lupa (il film del '96 da Verga diretto da
Gabriele Lavia e con Raoul Bova, ndr) che era ancora più
scandaloso".
"Quando mi hanno proposto Inganno basato sulla miniserie tv
inglese Gold Digger - sottolinea - mi era stato detto che
volevano un'attrice con le spalle grosse e non rifatta. Una
donna insomma che vivesse i suoi sessant'anni come dovevano
essere raccontati per essere credibile per il pubblico".
Purtroppo per il cinema italiano "a trenta anni sei già vecchia.
L'interregno tra essere madre e essere nonna, tra i cinquanta e
i settant'anni, è brevissimo e desolato. Allora c'è una sola
cosa da fare, diventare padroni del proprio destino".
Tornando al film sulla Magnani dice ancora: "Dovremmo iniziare a
girare il 26 aprile. Per quanto riguarda la scrittura per me
conta molto la scelta delle parole e poi quello che manca a
volte viene riempito in sogno. Proprio come diceva la Morante:
il personaggio mi viene a trovare di notte e mi detta".
E ricorda ancora la Guerritore: "Devo tutto a Giorgio Strehler
anche la testardaggine di credere nel mio talento. A quindici
anni mi disse 'quando non sei in scena non perdere tempo vieni
qui dietro e guarda cosa faccio'. Per lui 'il teatro era il
racconto di un uomo che diventa racconto di tutta l'umanità'. E
sempre Strehler una volta mi disse: 'tu farai l'attrice, non
ti fermare'".
Ci sarà una seconda stagione di Inganno?
Guerritore, ci pensa un po' su e poi dice: "Se si guarda come
finisce la serie presuppone che qualcosa che non vada ci sia.
Comunque una cosa è certa, il suo successo è andato oltre le
aspettative, è stato davvero imprevedibile. Era comunque una
serie che si doveva chiudere, ma io ho comunque un'opzione per
fare 'Inganno 2', o qualcosa che possa esserne uno spin-off.
Comunque, a proposito di Netflix, potrebbe essere anche una
buona opzione per la mia Magnani".
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