Un volto impresso su un muro
della piazza della Legalità a Trinitapoli, nel nord Barese,
comune sciolto per infiltrazioni mafiose qualche anno fa. Un
viso per ricordare l'impegno contro la mafia. Uno sguardo fiero
che fissa chi lo guarda e accanto una targa con le parole che
sintetizzano la vita di Franco Marcone, il direttore
dell'ufficio del Registro di Foggia assassinato 30 anni fa: 'Non
si vince la mafia con i proclami ma con la memoria, l'educazione
e l'esempio'. È stato inaugurato oggi il murale, dinanzi ai
ragazzi delle scuole della città, dedicato a lui. "Francesco
Marcone, Franco per gli amici era nostro padre ed era un
cittadino che amava la sua terra e che ha denunciato proprio
perché l'amava e perché pensava che la coerenza fosse al primo
posto per continuare a guardare negli occhi anche i suoi figli",
ha ricordato Daniela sua figlia che è anche vicepresidente di
Libera evidenziando che "la frase che ci diceva era 'lo Stato
siamo noi' che sembra una frase altisonante ma che noi vivevamo
nel quotidiano. Per noi questa frase, significa sentire papà
vicino nella sua identità più vera". Le iniziative organizzate
per ricordare Marcone "riducono quel vuoto che ci ha lasciato",
ha continuato Paolo, l'altro figlio del dirigente ucciso dalla
mafia foggiana. "Momenti come questi - ha proseguito - servono
per far capire che c'è stata una svolta rappresentata
dall'attenzione dei cittadini a questo caso, alla vicenda
Marcone e soprattutto a quello che accade nel territorio".
"Bisogna ricordare il passato quello vero, quello eroico quello
che diciamo ci riporta alla ribalta la figura di Francesco
Marcone - ha concluso del questore di Barletta - Andria - Trani,
Alfredo Fabbrocini - bisogna ricordare il passato e soprattutto
insegnarlo ai giovani, alle nuove generazioni perché possano
avere un futuro che sia all'insegna della legalità".
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