"Io sono di una generazione che ha
vissuto anni molto bui, oscuri, gli anni Settanta. Ero
adolescente, non erano anni facili, un'epoca di grandi
contrapposizioni sociali. Eppure in quagli anni abbiamo avuto a
che fare con una generazione di artisti come Dalla, De Gregori e
altri che, anziché limitarsi a commentare la fredda cronaca,
hanno volato più alto". Lo sottolinea il sottosegretario alla
Cultura, Gianmarco Mazzi, interpellato in sala stampa a Sanremo
dai cronisti in merito alle polemiche sui testi sessisti e
violenti del rap, con particolare riferimento a Tony Effe, in
gara al festival.
"Non si sono assuefatti alla realtà, hanno avuto un colpo
d'ala, ci hanno aiutato a guardare più in alto, la luna, il
sole, il cielo", aggiunge Mazzi. "Mi piacerebbe che gli artisti
di oggi facessero questo, aiutassero anche loro i coetanei,
sentissero questa responsabilità sociale e non si limitassero a
constatare la realtà, perché altrimenti non aiutano la comunità
ad affrontare certi problemi, ma ne diventano complici.
"Ma confido in questo festival: non ho sentito le canzoni -
sottolinea - ma da quello che mi dicono su alcuni nomi su cui
c'è stata polemica c'è un segnale in quel senso".
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