Regione in campo, insieme con i
sindacati, per scongiurare i licenziamenti alla Clea, la
lavanderia industriale di Olbia in crisi. Questo pomeriggio, nei
locali dell'ex Provincia in via Nanni, alla presenza
dell'assessora all'Industria Maria Grazia Piras, dei vertici
regionali di Cgil, Cisl Uil e Confindustria, l'imprenditore
Gianni Iervolino ha illustrato le difficoltà della Clea, mentre
all'esterno si teneva un sit-in di protesta dei 139 lavoratori a
rischio.
"Insieme, con un sacrificio dell'azienda e dei lavoratori,
potremmo scongiurare i licenziamenti, perché il settore della
lavanderia industriale non è in crisi, soprattutto nel nord
Sardegna", ha detto Marino Bussu, della Fit Cgil Gallura.
"La crisi dell'azienda inizia nel 2011, quando partendo da un
problema con la commessa della ASL di Nuoro, la Clea inizia ad
avere difficoltà con il pagamento dei contributi. Da qui le
irregolarità con la situazione contributiva che non ha più
consentito alla Clea di partecipare alle gare d'appalto con gli
enti pubblici", ha spiegato ancora il sindacalista.
Ferma la posizione dell'assessora Piras, che ha chiesto alle
parti di "trovare un punto di incontro".
Le sigle sindacali hanno proposto all'azienda, come
alternativa ai licenziamenti "soluzioni diverse, con
rimodulazione dell'orario di lavoro", ha spiegato Luca Velluto
della Cisl provinciale, magari con l'attivazione di part time
orizzontali o verticali, o contratti a tempo determinato.
L'azienda ha chiesto ai sindacati di analizzare le proposte
discusse oggi in un tavolo tecnico convocato per il 14 febbraio.
Domani le sigle sindacali incontreranno di nuovo i lavoratori
per fare il punto dopo la riunione di oggi.
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