"E' in costante aumento il numero
dei detenuti nella Casa Circondariale 'Ettore Scalas' di
Cagliari-Uta. Dietro le sbarre della principale struttura
detentiva dell'isola sono presenti 589 ristretti (tra cui 111
stranieri e 24 donne) per 561 posti regolamentari (quasi il
105%). Erano 536 il 31 gennaio scorso". Lo sostiene Maria Grazia
Caligaris, dell'associazione Socialismo Diritti Riforme Odv,
prendendo in esame i dati diffusi dal ministero della Giustizia
aggiornati al 30 settembre.
"Un segnale preoccupante a cui non corrisponde un adeguamento
del personale amministrativo, di quello della Polizia
penitenziaria e degli educatori. Senza contare che il Direttore
riveste un doppio incarico essendo reggente a Sassari-Bancali e
non c'è un vice direttore", osserva Caligaris
Secondo i dati forniti da Sdr, nelle 10 carceri isolane sono
ristrette 2.117 persone. La situazione è al limite anche a
Sassari-Bancali dove ci sono 456 detenuti rispetto a 454 posti
letto (116 stranieri e 17 donne). Sono invece 90 i ristretti in
regime di massima sicurezza (41bis). Resta difficile la
situazione a Tempio-Nuchis con 178 reclusi, tutti in alta
sicurezza, per 170 posti. E' migliorata invece numericamente a
Oristano-Massama 242 (per 266) e a Lanusei dove 28 detenuti
convivono in 33 posti. Regolamentare risulta la presenza di
cittadini privati della libertà nella casa di reclusione di
Alghero che ha 110 ristretti per 156 posti (25 stranieri) e Badu
'e Carros con 192 reclusi per 378 posti (anche se ci sono due
sezioni chiuse) - incalza - Resta paradossale la situazione
nelle colonie all'aperto di Is Arenas (79 presenze per 176),
Isili (81 per 130) e Mamone (162 su 292) dove appare ancora
molto difficile colmare qualche vuoto.
"Come sanno i responsabili del Dap e del ministero, in
Sardegna è necessaria una svolta - conclude Caligaris - Nei
prossimi giorni dovrebbero essere rese note gli esiti le
assegnazioni degli incarichi ai nuovi direttori in modo da
superare le difficoltà di sopperire in tre alla gestione di 10
Istituti. Il dubbio però resta anche perché la Sardegna non ha
neppure un Provveditore regionale assegnato in modo esclusivo".
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