Ripartire dai territori per una
sanità di qualità e per avere servizi sanitari "in grado di
prendere in carico il cittadino".
Cgil, Uil e Nursind scendono in piazza domani a Olbia - dopo la
manifestazione a Sassari - davanti all'ospedale Giovanni Paolo
II per sollecitare un sistema sanitario "pubblico e più equo",
il potenziamento delle strutture sanitarie e del personale,
maggiore accesso alle cure e abbattimento delle liste d'attesa e
investimenti in Gallura.
"La qualità della salute e delle politiche sociali e
socio-sanitarie rappresenta un fattore centrale nella vita delle
persone e delle comunità ha spiegato il segretario generale
Cgil Gallura Danilo Deiana - Nell'Isola si registra un
drammatico arretramento rispetto alle conquiste importanti e
concrete dei decenni scorsi, conquiste e avanzamenti anche
frutto di mobilitazioni del sindacato".
Come CGIL Gallura abbiamo espresso in più occasioni
preoccupazione per le carenze nei pronto soccorso, nei reparti
di radiologia, nella disponibilità di posti letto e nella
mancanza di anestesisti. La Gallura dovrebbe avere 480 posti
letto per acuti; 130 sono stati assegnati al Mater Olbia (che
opera in elezione) ma ne mancano all'appello circa un centinaio,
nonostante il grande afflusso turistico che, se spalmato sui 12
mesi, raddoppierebbe la popolazione residente, bisognosa quindi
di oltre 800 posti letto. Allo stato attuale con poco più di 200
posti letto si fa fronte ad una domanda di quasi 3 volte - ha
aggiunto - La Gallura è sottodimensionata sia nelle strutture
che nel personale. Attualmente ha una dotazione organica di 1450
persone, in diminuzione per via dei pensionamenti/trasferimenti,
assolutamente insufficiente per garantire i servizi ai residenti
e quindi impossibilitata a garantirli ai turisti. E' necessario,
pertanto, un piano straordinario di assunzioni".
Il problema principale "è il pronto soccorso che accoglie
circa 20.000 accessi/anno per la popolazione residente e altri
20.000 accessi per non residenti (turisti), con punte nei
periodi di massimo afflusso (luglio, agosto) di circa 300
accessi giornalieri. Lo standard di personale medico è di 30
accessi die/medico. Servirebbero 10 medici in turno, mentre ad
oggi sono presenti in organico solo 3 medici su un fabbisogno di
almeno 18 - conclude il sindacato - L'effetto più vistoso è a
carico della medicina territoriale con un profondo
depauperamento dei medici della Continuità assistenziale. Di
fatto ad oggi sono vacanti 51 sedi di Medicina generale su 138
previste, con circa 60.000 cittadini non assistiti. Le Guardie
mediche sono sempre più soggette a chiusure per mancata
copertura dei turni di servizio e, laddove presenti, non
adeguatamente efficienti".
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