(di Maria Grazia Marilotti)
"Il Teatro e la musica classica
devono diventare un bene sociale". Una forte convinzione e un
auspicio per Leo Nucci. Per la 526/a volta il celebre baritono
emiliano indossa i panni del deforme buffone alla corte dei
Gonzaga. Il 10 giugno calcherà infatti ancora una volta il
palcoscenico nel ruolo che lo ha consacrato in tutto il mondo
interprete verdiano per antonomasia, Rigoletto.
Attesissimo per una data al Forte Arena di Santa Margherita
di Pula, il grande cantante lirico risponde all'ANSA dalle
Canarie dove a Las Palmas è stato accolto da una standing
ovation nelle vesti del protagonista del melodramma di Verdi che
inaugura sulla costa sud occidentale della Sardegna in un teatro
sotto le stelle, tra mare e montagna, 5000 posti a sedere, il
cartellone dei Grandi Eventi. Repliche il 17 e 24 con Giovanni
Meoni, nel ruolo di Rigoletto. Allestimento del Teatro Lirico di
Cagliari, sul podio Donato Renzetti, regia di Joseph Franconi
Lee, nel cast anche Barbara Bargnesi (Gilda) e il tenore Antonio
Gandìa, già con Nucci sul palco di Las Palmas ("Bello cantare
assieme a lui", dice il grande baritono).
"Rigoletto è un capolavoro musicale e di drammaturgia,
interpretarlo ogni volta mi dà una emozione diversa - confessa -
ogni spettacolo offre la possibilità a chi è sul palco e a chi è
seduto in sala di vivere un'esperienza nuova. Del resto la vita
é troppo breve, non vale la pena ridurla a routine". Quest'anno
l'artista di Castiglione dei Pepoli (Bologna) festeggia 50 anni
di carriera, 3.000 recite, 72 titoli, il 16 aprile ha spento 75
candeline. Dopo la Sardegna tanti altri impegni lo attendono:
prima Tokyo, l'8 luglio sarà Rigoletto a Orange, in Francia, e
il 27 all'Arena di Verona, a 40 anni dal suo debutto, sono 40
gli anni anche dal debutto alla Scala. La messinscena della
prima opera della trilogia popolare è frutto di un accordo tra
Teatro Lirico guidato da Claudio Orazi e Forte Village.
Appassionato anche di cinema e ciclismo, Leo Nucci con la
Sardegna ha un legame speciale. "Non vedo l'ora di tornare in
questa straordinaria terra - conferma - e non solo per
assaggiare spaghetti alla bottarga e Fil' e Ferru di cui sono
amante. Del resto la vita è come un alito di vento e non vale la
pena sprecarla mangiando e bevendo male", scherza. Non nasconde
la sua ammirazione per il tenore sardo Francesco Demuro: "Una
bellissima realtà italiana, artista serio, dotato di una
straordinaria vocalità". La moglie, Adriana Anelli,
soprano, insostituibile consigliera, è sempre presente e sarà
con lui anche in Sardegna, dove il baritono regalerà nuove
emozioni.
"In realtà - spiega - salgo sul palco non per emozionare, ma
per emozionarmi. Quando sono in scena dimentico me stesso e mi
immergo nel groviglio di passioni, debolezze, conflitti, rabbia,
dolore, disillusione di questo sciagurato personaggio in cui
Verdi ha racchiuso gli aspetti tragici della condizione umana.
Lascio a casa Leo Nucci e mi immedesimo in Rigoletto e ogni
volta è diverso. E' il segreto e la bellezza di questa
affascinante arte".
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