"Attenti ai cuochi mediatici e alle loro spettacolarizzazioni in tv". L'ha detto oggi a Palermo Paolo Petroni, segretario generale dell'Accademia Italiana della Cucina e presidente del centro studi "Franco Marenghi". "La nostra cucina è in grande trasformazione ed è viva e vitale anche per la bontà dei prodotti dei suoi territori - ha aggiunto -: da un lato c'è la sua riscoperta sulla quale tutti puntano e dall'altro ci sono i cuochi mediatici nati nelle cucine e passati poi alle televisioni abbandonando i ristoratori. Gli uni e gli altri guadagnano moltissimo proprio grazie ai media. Si arriva anche a conti di oltre 300 euro per persona e spesso i cuochi sono virtuali perché si limitano a firmare le ricette". Secondo Petroni poi "se soffrono soprattutto i ristoratori della fascia intermedia, lo si deve principalmente a quelli pluristellati che si avvalgono persino di voli charter: va a finire che purtroppo vale solo la stella Michelin". A giudizio di Petroni "questa situazione comunque contribuisce a far parlare nel mondo della cucina italiana e non c'è grande albergo che non abbia un ristorante italiano". Il segretario generale dell'Accademia ha anche parlato dell'importanza della genuinità dei prodotti e ha citato l'esempio dei famosi pistacchi di Bronte che ha detto "spesso vengono fatti passare per tali, ma in realtà sono quelli turchi infinitamente meno pregiati, e così si può rilevare per i capperi, i pomodorini e gli altri elementi di nicchia che contribuiscono al valore della nostra gastronomia". Oggi a Palermo Petroni ha assistito con Mario Ursino, dell'Ufficio di Presidenza dell'Accademia, al passaggio della campana da Antonio Ravidà a Giuseppe Barresi nella Delegazione Palermo-Mondello che festeggia il decennale ed è una delle 288 dell'Accademia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA