Continua il Festival del Teatro Massimo di Palermo: "Sotto una nuova luce" ed è ancora una volta una lunga preghiera.
Il Teatro Massimo prega per la sua città; ieri sera l'orchestra ha eseguito una Messa, quella dell'incoronazione, di Mozart, legata, senza soluzione di continuità a "Un sopravvissuto di Varsavia" di Arnold Schoenberg, altra preghiera, la prima cristiana, la seconda scritta da un ebreo e che utilizza il celebre "Ascolta Israele".
La scelta artistica è del compositore Marco Betta, consulente del soprintendente e del maestro Omer Meir Wellber che con mano sicura conduce l'orchestra. Il messaggio è chiaro, è l'invito a rivolgersi all'Onnipotente, qualunque sia l'appartenenza religiosa, affinché protegga il teatro, la città, la salute come le relazioni economiche. Il pubblico ha applaudito a lungo, dai palchi, la sala è interamente occupata dall'orchestra opportunamente distanziata. Non si vede ancora la fine del tunnel, i contagi della pandemia non si sono fermati, ma nell'opaca realtà che stiamo vivendo, ecco che la musica ci indica la strada e Schoenberg ammonisce ancora: "Ascolta Israele". Ottima performance del coro, diretto da Ciro Visco, e alle loro spalle il grande schermo restituisce l'immagine di un uomo e una donna, esseri umani d'ogni tempo, hanno lo sguardo sgomento, di chi cerca una risposta che tarda a venire. Poi nel silenzio durante l'Agnus Dei di Mozart, il resto dell'orchestra si va sedere e in un istante si passa a Schoenberg. E' allora che le immagini di Virginio Levrio, si fanno più stringenti, aderenti all'orrore vissuto nel ghetto di Varsavia e accompagnano il testo dello stesso Schoenberg, con vigore e commozione recitato da Moni Ovadia. Appalusi per tutti, a cominciare dal quartetto dei solisti.
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