Si sono avvalsi della facoltà di
non rispondere davanti al gip di Trapani Caterina Brignone i tre
indagati, ai domiciliari, nell'inchiesta condotta dai pm
trapanesi e dai carabinieri, sui dati della pandemia trasmessi
dalla Regione Siciliana all'istituto di Superiore di Sanità. La
dirigente generale del Dasoe, il Dipartimento per la Sanità
della Regione siciliana Letizia Di Liberti, difesa dagli
avvocati Paolo Starvaggi del foro di Patti e Fabrizio Biondo del
foro di Palermo, "ha dichiarato - si legge in una nota dei
legali - di volere chiedere di essere quanto prima interrogata
dai magistrati del Tribunale di Palermo, cui è stata già
disposta la trasmissione degli atti, per competenza
territoriale, riservandosi di rispondere al giudice naturale.
Solo nella mattinata di oggi è stata rilasciata la
documentazione posta a fondamento dell'ordinanza del Gip, per
cui la dirigente nei prossimi giorni potrà chiarire e
documentare l'assenza di qualsiasi ipotesi di reato. La
dirigente Letizia Di Liberti resta fiduciosa nell'operato dei
magistrati che potranno tenere conto di nuovi ed
incontrovertibili elementi di valutazione". Anche Salvatore
Cusimano, funzionario della Regione Siciliana, difeso
dall'avvocato Luigi Spinosa, si è avvalso della facoltà di non
rispondere. Emilio Madonia, il dipendente di una società che si
occupa della gestione informatica dei dati dell'assessorato,
difeso dall'avvocato Enrico Sorgi, "ha risposto nelle linee
generali e con riferimento al proprio ruolo. "Per le specifiche
contestazioni - spiega l'avvocato Sorgi - non essendo in
possesso della documentazione che gli è stata sequestrata, si è
riservato di fornire ulteriori chiarimenti in prosieguo, quando
potrà disporre dei dati necessari".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA