"Negli anni '60 andavo al liceo,
quando accadde il fattaccio. Tutta Agrigento era sconvolta"
ricorda Michele Guardì, autore e regista de "Il caso Tandoy". Lo
spettacolo va in scena venerdì 21 ottobre alle 21,15 al Teatro
Al Massimo di Palermo, dove resterà fino al 30 ottobre. Il
regista televisivo ha conservato tutti gli articoli che allora
parlarono dell'omicidio del commissario Tandoy, mentre
passeggiava in viale della Vittoria, ad Agrigento. La moglie di
Tandoy era stata amante del primario del manicomio di Agrigento
e il pm, immediatamente, alla prima conferenza stampa diede la
sua versione dei fatti: "cherchez la femme...". "Non aveva prove
- continua Guardì - per accusare il professore La Loggia,
fratello del presidente della Regione, Giuseppe. Solo qualche
lettera anonima e molte elucubrazioni. Nello spettacolo abbiamo
l'autore, io praticamente, interpretato da Gianluca Guidi, e
tutti i personaggi vengono chiamati per ricordare i fatti. E'
stata una storia di malagiustizia? Sì, ma in quel caso fu il
procuratore che prese un grande abbaglio. Si convinse che
Agrigento fosse una città perduta, piena di "congressi carnali".
C'era una "dolce vita" a Girgenti? Ma proprio no. Quello era
stato un omicidio di mafia, e invece il professore La Loggia e
pure la signora Tandoy finirono in carcere. La vita di più
persone fu rovinata. Bisognerà aspettare la Cassazione perché il
professore sia prosciolto da tutte le accuse. Il fratello
Giuseppe aveva in mente di chiedere per sé la presidenza del
Banco di Sicilia, ma dopo la vicenda questo risulterà
impossibile. Ho studiato le carte per molti mesi e il risultato
è un dramma che per la sua assurdità spesso diventa pura
comicità".
Dopo il successo con "I promessi sposi" Michele Guardì torna
al teatro, suo primo e vero amore, con una storia che lo riporta
alle "radici" girgentane. Nel cast, accanto a Guidi, il figlio
di Jhonny Dorelli, recitano Giuseppe Manfridi, Gaetano Aronica,
Caterina Milicchio, Marcella Lattuca. Il testo è scritto con
Alessandro Salas, le musiche sono di Sergio Cammariere, le scene
e i costumi di Carlo De Marino. "Il caso Tandoy" è un recupero
della stagione 2020-
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