"Anzichè percorrere la strada delle
impugnazioni, si preferisce la strada dell'aggressione nei
confronti della giudice di Catania scavando nella sua vita
privata per capire quali siano i suoi orientamenti personali, e
questi sono comportamenti non degni di una democrazia". Lo
dichiara Eugenio Albamonte, l'ex segretario di Area, dopo che
sono finite nel mirino di politici della maggioranza alcuni post
della giudice di Catania Iolanda Apostolico, la magistrata che
non ha convalidato il fermo di alcuni migranti "Cè una
involuzione molto forte del governo attuale nel rispettare il
ruolo della magistratura", rileva Albamonte. "Un governo che si
professa garantista, che parla di privacy, che vuole tre giudici
e non uno per decidere di libertà personale, poi non si rende
conto che questa norma che introduce la cauzione per i migranti
non è nè liberale nè garantista", aggiunge Albamonte appena
rientrato a Roma proveniente da Palermo, dove si è svolto il
congresso di Area, la corrente progressista delle toghe. "Prima
il problema nei rapporti tra magistratura e i governi, da
Berlusconi in poi, si manifestava in caso di decisioni che
riguardavano soggetti politici, oggi invece è oggetto di
aggressione qualunque decisione che contrasti con il 'sentiment'
del governo". Quanto alla decisione della giudice di Catania,
Albamonte ricorda che "per insegnamento della Consulta, la
normativa comunitaria è direttamente applicabile tutte le volte
che ci sia contrasto con le norme nazionali, prevale la
normativa europea, ed è quello che è avvenuto in questo caso".
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