"La magistratura, proprio perché
'democratica' e 'non rappresentativa', deve essere
particolarmente rispettosa dei limiti che segnano il perimetro
delle corrispondenti attribuzioni giurisdizionali e, dunque,
della separazione dei Poteri". Lo afferma il prof. Felice
Giuffrè, componente del Csm, nella sua relazione
all'inaugurazione dell'Anno giudiziario a Catania.
"Gli obiettivi costituzionali - aggiunge - sono perseguiti,
innanzi tutto, attraverso le politiche pubbliche che trovano
espressione nella legge del Parlamento e degli altri organi a
cui la Costituzione assegna il potere legislativo. Obiettivi e
strumenti che, nel nostro ordinamento, sono suscettibili di
verifica in termini di coerenza rispetto al parametro
costituzionale attraverso il sindacato preliminare esercitato
dal Capo dello Stato in sede di promulgazione delle leggi ed
emanazione dei decreti-legge e dei decreti legislativi e, in
ultima analisi, dal sindacato della Corte costituzionale e, in
talune circostanze, anche della Corte di Giustizia dell'Unione
europea. Ciò, ovviamente - sottolinea Giuffrè - non significa
invocare l'illusoria concezione di un giudice "bocca della
legge"; vuol dire, piuttosto, essere consapevoli che allorché
l'interpretazione tracima nel creazionismo giudiziario sono i
pilastri dello stato di diritto ad essere messi a repentaglio e
con essi quella essenziale solidarietà politica su cui si fonda
la tenuta delle istituzioni. Del resto, Autonomia - rileva il
componente del Csm - è concetto "relazionale", nel senso che
richiama la collocazione del soggetto o della istituzione
autonoma nell'ambito di un'articolazione unitaria più ampia, che
ne garantisce l'indipendenza funzionale. Autonomia, dunque, ma
non separatezza dalle altre articolazioni organizzative
dell'ordinamento. Proprio la composizione del Consiglio
superiore, del resto - ricorda il prof. Giuffrè - con le sue
proporzioni tra la componente "togata" e quella "laica" e con la
presidenza, affidata al Capo dello Stato - Suprema magistratura
di garanzia della Repubblica - dimostra che l'ordine giudiziario
non è - e non può essere - "corpo separato" dell'ordinamento
repubblicano".
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