Un imputato assolto, Alessandro
Pepi, e un altro, il fratello Antonello, condannato a 14 anni di
reclusione. E' la sentenza, che riforma quella di primo grado,
emessa dalla Corte d'assise d'appello di Catania, presieduta da
Elisabetta Messina, nel processo per l'omicidio, commesso il 2
febbraio del 2022, del produttore agricolo Giuseppe Dezio, per
una lite di confini e il passaggio inter-poderale nelle campagne
di Vittoria (Ragusa). Del delitto si era autoaccusato,
sostendeno la legittima difesa, Gaetano Pepi, padre dei due
imputati. Ma quest'ultimo, il 24 settembre del 2020, è stato
assolto, assieme a un terzo figlio, Marco, dalla Corte d'assise
di Siracusa, che ha invece condannatolo a 22 anni ciascuno di
reclusione gli altri due figli, Antonello, di 47 anni, e
Alessandro, di 40. Nel processo di secondo grado Antonello è
stato assolto e la condanna per Alessandro è stata ridotta da 22
a 14 anni.
All'epoca dei fatti furono arrestati il padre, Gaetano
Pepi, e i tre figli, Antonello, Alessandro e Marco, tutti difesi
dall'avvocato Giuseppe Lipera. Gli ultimi tre si sono sempre
proclamati innocenti.
L'avvocato Lipera afferma di "ritienersi certamente
soddisfatto per l'assoluzione di Alessandro Pepi, ma
profondamente amareggiato per la condanna di suo fratello
Antonello, nei cui confronti - sostiene il penalista - non sono
mai emersi neppure indizi per poterlo condannare per il reato di
omicidio volontario".
Nei prossimi 90 giorni saranno depositate le motivazioni
della Corte, nei confronti delle quali, annuncia l'avvocato
Lipera, sarà proposto ricorso alla Corte di Cassazione per
"dimostrare anche l'innocenza di Antonello Pepi"..
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