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Processo per presunto femminicidio del 1992, sopralluogo Corte

Processo per presunto femminicidio del 1992, sopralluogo Corte

Giudici,Pg e avvocati su luogo presunto delitto.Udienza blindata

CATANIA, 22 luglio 2024, 15:51

Redazione ANSA

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Si è tenuta nel luogo dove sarebbe avvenuto il presunto femminicidio l'udienza della terza Corte d'assise d'appello di Catania davanti alla quale si celebra il processo ad Andrea Bellia, 50 anni, per l'omicidio aggravato di Simona Floridia, la 17enne di Caltagirone scomparsa il 16 settembre del 1992. Secondo l'accusa, l'uomo, condannato in primo grado a 21 anni di reclusione, l'avrebbe uccisa, probabilmente al culmine di una lite. Il corpo della vittima non è stato trovato. A chiedere il 'sopralluogo' alla terza Corte d'assise d'appello di Catania, presieduta da Elisabetta Messina, è stato il sostituto procuratore generale Angelo Busacca per chiarire in presenza la dinamica dell'accaduto e le possibilità di accesso al luogo del delitto.
    L'udienza con il sopralluogo, in località Monte San Giorgio, è stata blindata da Carabinieri della locale compagnia e dalla Polizia Locale.
    Era presente il teste Mario Licciardi che durante il processo di primo grado aveva riferito di essere stato condotto in quel luogo dell'imputato per fargli vedere dove aveva "fatto sparire" la ragazza. La presidente Messina ha fatto indicare al testimone le vie che sarebbero state percorse all'epoca per salire in cima all'altura. Presenti il pg Angelo Busacca i difensori dell'imputato e gli avvocati della parte civile che hanno chiesto precisi chiarimenti. Era presente anche la madre della ragazza. L'udienza è stata aggiornata al 23 ottobre quando saranno visionati in aula dei video tratti dal programma Le Iene.
    La sentenza della Corte d'assise di Catania emessa il 12 aprile del 2023 a conclusione del processo di primo grado, istruito su indagini dei Carabinieri coordinate dalla Procura di Caltagirone, è arrivata trent'anni dopo la scomparsa della ragazza. La famiglia Floridia si è costituita parte civile nel procedimento. Tra le prove contestate all'imputato, la sua confessione a un amico ('sono stato io'), confermata in sede di incidente probatorio, ma sempre smentita da Bellia, che si dichiara innocente.
   

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