La corte d'appello di Palermo,
confermando la sentenza di primo grado, ha assolto il
giornalista Pino Maniaci dall'accusa di estorsione e l'ha
condannato a un anno e 5 mesi per aver diffamato il giornalista
Michele Giuliano, l'artista Gaetano Porcasi e l'operatore tv
Nunzio Quatrosi. Maniaci era assistito dagli avvocati Bartolo
Parrino e Antonio Ingroia.
La Procura generale aveva impugnato il verdetto di primo grado e
chiesto la condanna del giornalista anche per estorsione a 9
anni e sei mesi.
L'imputato, coinvolto in una indagine della Direzione
distrettuale antimafia sui clan di Partinico, era accusato di
aver utilizzato il suo potere mediatico per fare pressioni su
alcuni amministratori di Partinico e Borgetto e costringerli a
pagare in cambio di interviste riparatorie. Secondo gli
inquirenti insomma, prima avrebbe lanciato accuse in tv nei
confronti delle sue vittime, poi si sarebbe offerto di dar loro
la parola per difendersi chiedendo soldi.
"Pino Maniaci, il giornalista scomodo che ha scoperchiato lo
scandalo della sequestropoli siciliana,che ha portato anche a
scoprire le magagne del tribunale sezione misure di prevenzione
di Palermo, con la condanna della dottoressa Silvana Saguto,
presidente delle misure di prevenzione a Palermo, e
dell'amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara,
oggi è stato nuovamente assolto - ha commentato l'avvocato
Antonio Ingroia che con l'avvocato Bartolomeo Parrino ha difeso
Maniaci - . Era stato già assolto con formula piena dalle
accuse del tutto infondate della procura di Palermo in primo
grado. Ma la Procura di Palermo ha fatto appello e anche in
appello è stata confermata la totale e piena assoluzione. Pino
Maniaci non è un estorsore. Pino Maniaci è soltanto un
giornalista coraggioso che ha scoperchiato la verità. E lo si
voleva fare pagare per questo".
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