L'Organismo congressuale forense
(Ocf) "si oppone all'attacco da più fronti di chi cerca di
arrestare l'approvazione del disegno di legge sull'equo
compenso". Attacco che coinvolge "disparate parti
dell'imprenditoria" e che "impone una risposta immediata: per
questo l'Ocf ha posto all'ordine del giorno dell'assemblea del
27 e 28 maggio "l'assunzione di ogni necessaria reazione e
iniziativa per salvare l'iter legislativo dell'equo compenso".
Ocf ricorda tra le ultime voci critiche sul testo, quelle del
presidente delle Casse previdenziali private professionali
(Adepp)di Alberto Oliveti e del senatore del Pd Tommaso
Nannicini che presiede la Commissione parlamentare di controllo
sugli Enti di previdenza, "per i quali l'inserimento della
responsabilità disciplinare per i professionisti che adottano
pratiche di dumping e di offerte sotto costo favorirebbe la
concorrenza sleale degli altri fornitori di servizi da parte di
società o da soggetti non iscritti agli Ordini, con conseguente
abbandono da parte di ampie quote di professionisti dei
rispettivi Ordini e Casse previdenziali".
Il coordinatore di Ocf Sergio Paparo "stigmatizza questo
ulteriore (e poco realistico) bastone tra le ruote supportato da
settori interessati al mantenimento della situazione esistente".
E nota che "più ci si avvicina al termine dei lavori di
approvazione della legge sull'equo compenso (all'esame della
Commissione Giustizia del Senato, dopo un primo via libera della
Camera nell'ottobre 2021, ndr), più forti sorgono le remore di
interessi contrari alle libere professioni". Di qui lo stupore
per il fatto che, "a parte Cassa forense, che sostiene la
campagna di Ocf e del Consiglio nazionale forense (Cnf) per
l'approvazione dell'equo compenso, altri Enti previdenziali
privati non colgano l'esigenza di tutelare i loro iscritti, più
che il numero delle iscrizioni".
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