Amedeo Mancini, l'ultrà arrestato
per la morte di Emmanuel Chidi Nnamdi, il richiedente asilo
nigeriano ucciso lo scorso luglio durante una colluttazione, è
tornato a casa, un casolare nelle campagne di Fermo: è agli
arresti domiciliari, munito di braccialetto elettronico. Nella
tarda mattinata ha lasciato il carcere di Marino del Tronto,
dove ha trascorso tre mesi: ad attenderlo la sorella e una
cugina, che lo hanno accompagnato a casa, dove c'erano il
fratello e gli altri parenti. Pur ai domiciliari, Mancini ha
libertà di incontro: potrà parlare con chi vorrà e aprire la
porta di casa ai visitatori. Mancini è apparso "sereno, contento
di essere a casa", anche se "provato dal carcere" secondo uno
dei suoi legali, l'avv. Francesco De Minicis, che lo difende
insieme all'avv. Savino Piattoni, e che sollecita "una
riflessione" sul braccialetto elettronico e "sui parlamentari
che si sono impegnati, non solo nel caso di Amedeo, ma per tutti
coloro che si trovano nella stessa situazione".
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