Sono legittime, per modalità e
imputazioni, le intercettazioni di 7 colloqui avuti in carcere -
ad Ancona e Ascoli Piceno - da Innocent Oseghale con la compagna
e con altri detenuti. Lo ha deciso il giudice di Macerata Marika
Vecchiarino nel processo per spaccio di droga a carico del
30enne pusher nigeriano imputato in un processo parallelo per
l'omicidio e lo smembramento di Pamela Mastropietro. In questo
caso deve rispondere di cessione della dose di eroina assunta da
Pamela prima di essere uccisa, di detenzione di 99 grammi
d'eroina e spaccio di hascisc. I difensori, gli avv. Simone
Matraxia e Umberto Gramenzi, avevano sollevato eccezioni di
inutilizzabilità delle intercettazioni disposte dalla procura di
Macerata nell'inchiesta sull'omicidio della 18enne romana, ma
che avevano carpito dialoghi anche su fatti di droga. Per il
tribunale fu legittimo l'utilizzo di apparecchiature del carcere
sia per le "eccezionali ragioni" sia per la "natura delle
imputazioni". Il giudizio proseguirà il 22 febbraio.
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