Resta in carcere il 65enne ex
dipendente del Comune di Castano Primo, nel milanese, finito in
cella per avere adescato una bambina di 11 anni e anche accusato
di pornografia minorile nei confronti di una 16enne. Lo ha
deciso il Tribunale del Riesame respingendo così il ricorso
avanzato dal difensore dell'uomo. I giudici hanno ritenuto che
sussista il pericolo di reiterazione del reato. In uno sviluppo
dell'inchiesta, infatti, che è coordinata dalla pm Alessia
Menegazzo, sarebbero emersi altri quattro casi simili che
riguardano ragazzine sotto i 14 anni di età. L'uomo è accusato
anche di detenzione di "ingente" quantitativo di materiale
pedopornografico. Nell'ordinanza di custodia cautelare in
carcere del gip Angela Minerva si legge che ha avuto una
condotta di "particolare gravità e pericolosità in termini di
reiterazione, alla luce della spregiudicatezza dimostrata" sia
"attraverso l'adescamento contemporaneo di più minori, sia
attraverso la condotta in concreto tenuta". L'ex dipendente del
Comune era stato condannato in via definitiva per episodi
simili. Nell'atto il giudice ha anche fatto riferimento alla
"particolare violenza" delle proposte di contenuto sessuale
avanzate nei confronti delle sue vittime e ha anche sottolineato
"come tale violenza verbale aumenti nonostante l'evidente
disagio delle giovani interlocutrici".
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