Si è aperto davanti alla giudice
del Tribunale di Cagliari, Alessandra Tedde, il processo nei
confronti di Michele Tronci, 62 anni di Nurchi, accusato di
truffa ai danni dell'associazione Gruppo d'intervento giuridico
(Grig) per l'acquisto di parte delle dune di Chia, sulla costa
del sud Sardegna, che gli ambientalisti volevano comprare per
proteggerle da eventuali speculazioni.
La vicenda risale al 2018, quando il Grig, attraverso una
sottoscrizione pubblica, avviò le pratiche per l'acquisto di
quattro ettari di dune e sabbia a Su Giudeu, a due passi dal
mare cristallino di Domus de Maria, per evitare che finissero
nelle mani di privati. L'area in questione, però, si è scoperto
poi, era già passata al demanio pubblico, dunque ormai tutelata
dallo Stato. L'imputato, assistito dall'avvocata Giulia Lai, si
è sempre difeso sostenendo di aver agito in buona fede, sicuro
che il terreno fosse di sua proprietà e che l'avrebbe venduto
agli ambientalisti ("e non ad un gruppo di arabi") per
tutelarlo. Invece per il pubblico ministero che ha coordinato
l'inchiesta, Daniele Caria, Tronci avrebbe ingannato il Grig
esibendo una sentenza e le volture catastali pur sapendo del
fatto che l'area era ormai demaniale, riuscendo così ad
intascare 30 mila euro.
Questa mattina la giudice Tedde ha ammesso la costituzione di
parte civile dell'associazione ambientalista con l'avvocata
Rosalia Pacifico, mentre si è riservata di decidere
sull'ammissione del suo presidente, Stefano Deliperi, che ha
chiesto di potersi costituire in proprio con l'avvocata Susanna
Deiana. A questa ipotesi si è opposta l'avvocata Lai, sostenendo
che si tratterebbe di una duplicazione della richiesta
risarcitoria visto che il contratto sarebbe stato firmato da
Deliperi in qualità di presidente del Grig. Una tesi condivisa
anche dall'accusa, mentre l'avvocata Deiana ha rimarcato che il
proprio assistito avrebbe subito anche un danno personale
dall'intera vicenda. Il Tribunale scioglierà la riserva l'11
luglio, solo dopo potrà prendere il via il dibattimento.
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