La Toscana sarà la prima Regione italiana a garantire ai malati tempi e modalità certi per l'accesso al suicidio medicalmente assistito. Dopo un lungo e acceso dibattito, il Consiglio regionale ha approvato, l'11 febbraio, data in cui ricorre la Giornata mondiale del Malato, la legge di iniziativa popolare promossa dall'Associazione Luca Coscioni: un testo presentato in tutte le Regioni ma, finora, mai arrivato all'approvazione.
L'obiettivo è evitare che pazienti in attesa di un responso per mesi, muoiano prima di averlo ottenuto, come accaduto il 9 febbraio, proprio alla vigilia del via libera, a una donna di 70 anni, Gloria, affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva, originaria di Firenze, che da un anno attendeva l'ok della Asl alla somministrazione del farmaco letale. Subito è insorta l'associazione Pro Vita che parla di "una legge barbara e disumana", "omicida e incostituzionale". E invita il governo "a impugnare immediatamente la legge toscana con un ricorso in Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato".
La legge 'Liberi subito' depositata lo scorso marzo dall'Associazione Coscioni con oltre 10mila firme, è stata modificata dall'assemblea toscana tramite una dozzina di emendamenti e prevede che la procedura per la verifica dei requisiti del malato da parte della commissione si debba concludere entro 20 giorni dal ricevimento dell'istanza. In caso di esito positivo, si procede alla definizione delle modalità di attuazione della procedura entro 10 giorni, ed entro altri 7 giorni l'azienda sanitaria assicura il supporto tecnico, farmacologico e sanitario per l'assunzione del farmaco. La norma stabilisce che tali prestazioni siano gratuite e si stanziano 10mila euro all'anno per tre anni.
Soddisfazione tra i rappresentanti dell'associazione Coscioni, presenti in aula al momento del voto finale. "È una legge di civiltà perché impedisce il ripetersi di casi, da ultimo quello di Gloria, proprio in Toscana, di persone che hanno dovuto attendere una risposta per mesi, o addirittura per anni, in una condizione di sofferenza insopportabile e irreversibile", ha commentato la segretaria dell'associazione Filomena Gallo.
A votare a favore sono stati Pd (con l'eccezione della consigliera dem, Lucia De Robertis che non ha espresso voto) Iv, M5s e gruppo Misto. L'approvazione ha scatenato proteste nel centrodestra. "Questa materia non è di competenza legislativa delle Regioni", affermano i consiglieri regionali del gruppo di Fratelli d'Italia in una nota congiunta. La capogruppo della Lega, Elena Meini, è ferma: "Per noi la vita è sacra e rimane sacra. Non possiamo far passare il messaggio come istituzioni che si può scegliere di morire". Mentre il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, la definisce "una grave forzatura".
Secondo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, "la Toscana ha dato un segnale molto forte. Sono convinto che questo voto darà un impulso al legislatore nazionale". La questione del fine vita è stata affrontata in 15 regioni ed in alcune si è bloccata prima dell'iter in aula.
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