L'annullamento parziale
della sentenza di secondo grado a carico del parlamentare
europeo e sindaco di Riace Mimmo Lucano, con il rinvio del
processo "Xenia" a una nuova corte d'Appello di Reggio Calabria,
è stato chiesto dal pg della Cassazione. Davanti alla seconda
sezione penale, infatti, si discute oggi il ricorso presentato
dalla Procura generale di Reggio Calabria contro la sentenza
della Corte d'appello che, nell'ottobre 2023, ha ridotto da 13
anni e due mesi ad un anno e sei mesi di reclusione la condanna
che era
stata inflitta in primo grado dal Tribunale di Locri a Lucano
per i presunti illeciti nella gestione dell'accoglienza dei
migranti a Riace. Ricorso contro la sentenza d'appello è stato
presentato anche dai legali di Lucano, gli avvocati Andrea Daqua
e Giuliano Pisapia.
Il ricorso della Procura generale non riguarda i reati di
associazione per delinquere, quattro episodi di peculato e due
falsi, per i quali, a questo punto, l'assoluzione di Lucano è
ormai definitiva, ma si riferisce agli episodi di truffa
aggravata, abuso d'ufficio e un falso contestato
all'europarlamentare.
Il Pg, in particolare, ha chiesto l'annullamento della
sentenza limitatamente alla parte relativa alla decisione dei
giudici di secondo grado sulla inutilizzabilità delle
intercettazioni.
L'avvocato Daqua, dal canto suo, ha chiesto l'annullamento
della sentenza relativa al singolo episodio di falso per il
quale Lucano è stato condannato a 18 mesi con pena sospesa.
Daqua e i legali che assistono gli altri imputati hanno
insistito sul rigetto del ricorso formulato dalla Procura
generale di Reggio Calabria.
In appello Lucano è stato assolto da tutti i reati per i
quali era stato condannato in primo grado dal Tribunale, ad
eccezione di un singolo episodio di falso.
Al termine della discussione, i giudici della seconda sezione
della Cassazione si sono ritirati in camera di consiglio. La
sentenza è prevista in giornata.
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