La colata lavica che si è
originata l'8 febbraio sull'Etna a quota 3000 metri da una
fessura eruttiva alla base meridionale del cratere bocca nuova,
sta scendendo lentamente con discreta alimentazione ed è giunta
a quota 1900 metri circa e tra poco potrebbe attraversare la
pista alto montana. Il servizio regionale Sicilia del Corpo
nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas) raccomanda di
restare a non meno di 200 metri dal fronte della colata lavica,
dove si potrebbero verificare esplosioni freatiche con
proiezione di blocchi e frammenti di lava incandescente, che
potrebbero colpire quanti si trovino in prossimità del fronte
della colata.
Il Cnsas sottolinea che la colata lavica si sviluppa ad
alta quota, in aree interessate da neve e ghiaccio, dove, sia di
giorno che di notte si può essere colti dalla nebbia, perdendo
l'orientamento, o da nevicate e da cambi improvvisi delle
condizioni meteo climatiche. Quindi raccomanda ai visitatori
"estrema prudenza e di farsi preferibilmente accompagnare da
guide alpine o da guide vulcanologiche, al fine di ridurre i
rischi". E ricorda che "in caso di incidente, malore o di
perdita dell'orientamento in montagna o in ambiente impervio,
poiché in Sicilia è assente il servizio di elisoccorso, che
potrebbe garantire come in tutta Italia l'intervento immediato
di un elicottero sanitario dotato di verricello, con personale
tecnico e sanitario in pochi minuti direttamente sullo scenario
incidentale, un eventuale intervento implica inevitabilmente
lunghi tempi di intervento via terra da parte delle squadre del
soccorso alpino".
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