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Condannato per proselitismo pro Isis, 'pure minacce a Meloni'

Condannato per proselitismo pro Isis, 'pure minacce a Meloni'

Motivazioni sentenza per uno dei due arrestati a Milano nel 2023

MILANO, 21 febbraio 2025, 15:47

Redazione ANSA

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Ha portato avanti una "attività di propaganda apologetica" dell'Isis e del jihad sui social, con messaggi ma anche con "like" a post, ha inviato denaro "a persone vicine all'organizzazione terroristica", ha avuto la "possibilità" di entrare "in piattaforme protette" attraverso i suoi "contatti" con "livelli intermedi o propaggini finali", anche "mediamente e flebilmente riconducibili all'organizzazione". E con "un commento" a un post "ha proferito minacce nei confronti di esponenti delle istituzioni italiane", tra cui Giorgia Meloni.
    Lo scrive la gup di Milano Tiziana Landoni nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso novembre, ha condannato a 5 anni di reclusione per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo, con rito abbreviato, Alaa Refaei, 45 anni egiziano con cittadinanza italiana e una delle due persone arrestate il 17 ottobre 2023 per aver portato avanti, per l'accusa, su gruppi online "una consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a favore dell'Isis", oltre che finanziamenti, in particolare, per donne vedove di combattenti jihadisti.
    Dagli atti delle indagini del pm Alessandro Gobbis, della Digos e della Polizia Postale, era emerso anche che Refaei, nel 2022, rispondendo ad un commento in un video nel quale vi era l'immagine della presidente del Consiglio Giorgia Meloni con Silvio Berlusconi, aveva scritto: "sappiamo benissimo come zittirli e fermarli al momento giusto... viviamo con loro da banditi... pronti a colpirli a ciabattate...".
    Refaei, così come Mohamed Nosair, l'altro arrestato e condannato a Monza con rito ordinario a 5 anni e mezzo, si era difeso sostenendo di avere avuto solo "simpatie" per l'Isis, quando combatteva contro Assad in Siria e in Iraq, e che mai sarebbero passati all'azione. E che i loro erano soltanto "proclami sterili". La difesa, col legale Salvatore Arcadipane, presenterà ricorso in appello.
   

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