Il 18 maggio 2023 - un anno prima
della morte di Sofia - Giampiero Gualandi e Sofia Stefani
avrebbero firmato un "contratto di sottomissione sessuale". Ne
hanno parlato nel processo a carico dell'ex comandante della
polizia locale di Anzola, accusato dell'omicidio della giovane
collega, la procuratrice aggiunta Lucia Russo e l'avvocato
Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per la famiglia
Stefani, nei loro interventi di richiesta delle prove.
Nel contratto, è stato riferito in aula, Gualandi si
"autodefiniva padrone, colui che tutto può sulla sua schiava".
In un passaggio si diceva: "Io signore e padrone mi impegno a
dominare l'anima della mia sottomessa".
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