Si concentrano ora sull'analisi delle 60 schede sim, dei 5 telefoni e del pc le indagini sul suicidio di Andrea Prospero, lo studente trovato morto in una camera in affitto nel centro di Perugia. Decesso per il quale un diciottenne romano è agli arresti domiciliari per istigazione o aiuto a togliersi la vita mentre un giovane residente in Campania è indagato per la cessione del farmaco oppiaceo utilizzato. Gli inquirenti - la Procura di Perugia che coordina l'attività della Polizia - punta infatti a ricostruire la rete dei contatti di Prospero, sia in relazione al suo suicidio sia ad eventuali altri aspetti.
La madre del diciottenne arrestato: "Mi crolla il mondo addosso"
"Mi crolla il mondo addosso, anzi già è crollato". Lo dice, in un colloquio con il Messaggero, la mamma del 18enne arrestato con l'accusa di istigazione al suicidio per la morte di Andrea Prospero lo studente trovato senza vita il 29 gennaio a Perugia. "Siamo persone perbene, uno dei nostri ragazzi fa il poliziotto. Però lui è molto chiuso e riservato, sempre con il telefonino in mano. Eppure, mi creda, li abbiamo sempre seguiti i nostri figli, abbiamo parlato con loro dei pericoli della rete e delle droghe - aggiunge -. Lui sta male, noi non sappiamo come fare, è una cosa più grande di noi. Mio marito e io curiamo gli altri, ma ci sentiamo molto soli e impotenti in questo: è il nostro cruccio". Poi racconta: "Mio figlio deve seguire un percorso, aveva avuto un'altra crisi l'anno scorso che sembrava superata - continua -. Io avevo preso l'aspettativa per aiutarlo. Poi, improvvisamente, da fine gennaio ha riavuto problemi fino alla crisi a scuola".
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